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Tra i tanti ostacoli, si intravede uno spiraglio “rainbow” a Battipaglia

Ecco come cambia la sensibilizzazione in città sui diritti LGBTQI

Le cose possono cambiare anche quando nessuno se lo aspetta. Quando l’ombra dell’oscurità ha portato via agli occhi l’abitudine alla luce del sole, o meglio, alla luce dell’arcobaleno. Perché c’è sempre un grande arcobaleno ad attendere il termine della più furiosa delle tempeste di rabbia, odio e disprezzo. L’arcobaleno arriva a cambiare l’aria, portando freschezza e tolleranza. A Battipaglia, a piccoli passi, si inizia a intravedere la luce, nonostante la strada sia ancora lunga.

Non è stato semplice, negli anni, trattare temi LGBTQI, come il caso che portò Battipaglia nel 2012, suo malgrado, alla ribalta nazionale. È ancora impresso nella memoria collettiva quel “Pari opportunità. Per tutti!“, accompagnato dal bacio tra due ragazzi, urlato da un manifesto, frutto dell’iniziativa per la Giornata internazionale contro l’omofobia, di giovani e intraprendenti ragazzi come Pasquale Quaranta, fondatore di Arcigay Salerno e oggi parte del team de La Stampa.

Battipaglia era troppo spaventata da quel tipo di amore, che poi è come tutti gli altri. Erano spaventati i battipagliesi, che non esitarono a puntare il dito con fare discriminatorio. Era spaventata l’amministrazione dell’epoca, che nonostante un iniziale sensibilità al tema, ritirò in fretta e furia il logo del Comune dal manifesto, e quindi il patrocinio all’iniziativa, che anticipava una rassegna di letteratura gay, lesbica e trans in città.

Da allora sono trascorsi otto anni, e nel mezzo sono arrivate le unioni civili. Piccolo granello di sabbia in una spiaggia di diritti ancora impercettibile al tanto delle tante vite LGBTQI alla ricerca di uguaglianza e tolleranza, e pare che il vento stia iniziando a soffiare nel verso giusto a palazzo di città, dove, nonostante l’odio continui a manifestarsi in più forme, ogni diritto sarebbe pronto ad essere riconosciuto.

Sindaca Cecilia Francese: «Lo Stato intervenga con azioni a tutela dei diritti umani»

Sulla questione interviene la sindaca di Battipaglia Cecilia Francese: «La mia amministrazione si è ritrovata ad affrontare sin da subito un tema importante come quello delle unioni civili. Ci siamo ritrovati nel pieno della riforma del diritto di famiglia a doverci adattare velocemente anche con gli uffici a quello che era per molte giovani coppie finalmente la realizzazione di un loro diritto, il diritto di sentirsi uguali e di sconfiggere finalmente con la forza dell’amore quello che all’occhio umano può apparire diverso, ma non lo è».

«Abbiamo lavorato molto in questi anni per combattere la violenza contro le donne, per le pari opportunità, abbiamo sempre avuto rapporti con le comunità religiose – prosegue la Francese –. Abbiamo sempre cercato di combattere ogni forma di discriminazione. Che oggi sia una giornata che ci permetta non solo di ricordare di essere sempre contro ogni forma di discriminazione, ma che ci ricordi ogni anno di più che c’è ancora tanto da fare, chi ricopre cariche pubbliche deve essere pronto, deve impegnarsi, intervenga anche lo Stato con azioni forti a tutela dei diritti umani».

Ass. Monica Giuliano: «Ancora tanto lavoro da fare»

Sulle tematiche LGBTQI a Battipaglia interviene anche l’assessore alle Politiche Sociali di Battipaglia Monica Giuliano, che afferma: «Ognuno di noi ha il diritto di essere se stesso. La giornata contro l’omofobia non deve essere un caso isolato, ogni giorno dovremmo sensibilizzare su questo tema così delicato. Purtroppo ancora troppe persone vengono quotidianamente discriminate, insultate, costrette a nascondersi perché temono il giudizio della società. Nel 2020 ogni singolo cittadino dovrebbe lottare contro questi pregiudizi e contro una mentalità fin troppo ristretta».

Un tabù che, lentamente, viene abbattuto grazie a una corretta informazione, dice la Giuliano, che aggiunge: «Non c’è niente di più bello del vedere negli occhi di ragazzi e ragazze la felicità di poter esprimere se stessi, di poter uscire di casa senza sentirsi osservati, di andare a scuola e non essere insultati, ma soprattutto di non dover indossare maschere per la paura di non essere accettati», e conclude: «Dovrebbe partire da noi istituzioni diffondere la cultura del sapersi amare e della libertà, specialmente tra i più giovani. Mi impegno a lavorare in questo senso, affinché si diffonda sempre più il concetto di libertà di espressione e amore».

La giornata di oggi, riconosciuta a livello internazionale contro ogni forma di omofobia, transfobia, bifobia, lesbofobia e afobia, è dedicata a tutti quelli che negli anni si sono sentiti respinti da una società cieca, a quelli costretti al silenzio, a quelli a cui ogni insulto ha generato un’altra crepa nella propria anima, a quelli che si sono tolti la vita, a chi ha preferito nascondersi, a chi ancora subisce e a chi non ha il coraggio di uscire allo scoperto. Che nessuno resti più inosservato, inglobato in quell’oscurità che combatte l’arcobaleno.