Gelsomino Casula non è più. L’artista originario della Sardegna, residente ad Altavilla, e molto noto a Battipaglia per le sue opere, è scomparso questa mattina. 69 anni, due figlie, una moglie, e una vita dedicata all’arte.
Gelsomino Casula, a 69 anni, lascia il mondo terreno. Artista, e scultore su pietra, molto noto in provincia di Salerno e in particolare a Battipaglia dove, nel corso degli anni, ha esposto e realizzato numerose opere. Originario di Uta, piccolo comune della regione del Campidano di Cagliari, emigrò presto. Dapprima scelse il nord Italia, poi si trasferì in Germania. In quegli anni scoprì la sua vena artistica e iniziò le sue sculture su pietra. «Imitava i Mamuthones sardi (maschere carnevalesche tipiche della Sardegna, ndr)» dice Oreste Mottola, giornalista di Altavilla e suo vicino di casa. Ma lui non era d’accordo, «perché diceva di provenire dall’area urbana di Cagliari e non dall’area rurale, quindi ben lontano da quella cultura».
Casula scolpiva anche sulle pietre conficcate nel terreno. Prediligeva quelle degli Alburni o del fondo del fiume “Calore”, particolarmente difficili da modellare. E nel periodo in cui la Regione Campania finanziava opere di arte moderna nelle piazze, grazie anche all’aiuto di un ingegnere battipagliese che ne progettò diverse all’epoca, Casula divenne protagonista dell’arredo pubblico a Battipaglia realizzandone alcune. Come la fontana nella piazza dinanzi al bar “Lino” oppure l’opera esposta nel piazzale del “Pala Puglisi” di Belvedere.
«Le sue sculture, a volte monumentali, potete trovarle nelle piazze e negli angoli dei nostri paesi e raccontano il percorso di un uomo alla continua ricerca del divino, attraverso le forme del creato. Gelsomino sapeva esprimersi solo così, col suo lavoro e con la pietra, i pennelli, i colori. Queste sono le cose che hanno caratterizzato la vita. Quella dignità ed onore, da pastore sardo, che Gelsomino ci ha sempre dimostrato. Ciao amico mio a quando ci rivedremo per riprendere i nostri discorsi sull’uomo, sul mondo e sulla natura, che un destino davvero cinico e baro ha voluto inopinatamente interrompere» è il ricordo di uno dei suoi amici fraterni, il già citato Oreste Mottola.
Gelsomino Casula lascia una moglie e due figli, una delle quali, Dalia Casula, a Battipaglia ricopre il ruolo di vicepresidente dell’associazione “Civica Mente”. «La scomparsa di un artista, non è solo una perdita per la famiglia di appartenenza, è una perdita per una intera comunità. Nel caso di Gelsomino Casula, non una ma tante comunità percepiscono la sua mancanza; quella campidanese di Uta, luogo di nascita; quella di Altavilla, dove risiedeva da anni; tutte le città, come Battipaglia, che ospitano le sue opere» sono le parole espresse dai ragazzi dell’associazione battipagliese.