di Rossella Speranza
Nato il 22 Luglio del 1920 in San Michele di Serino, avrebbe compiuto 100 anni il Dott. Alfonso Speranza. Dopo aver frequentato il liceo classico di Avellino, insieme ai compagni di classe Biagio Agnes e Fiorentino Sullo, Nino (come era conosciuto dai più) partecipa alla Seconda Guerra Mondiale e si laurea in Agraria presso l’Università di Bari. La passione per gli studi intrapresi e la tenacia nel perseguire gli obiettivi prefissati gli permettono di superare il concorso al Ministero dell’Agricoltura, per il quale lavorerà.
Dopo aver ricoperto la carica di Sindaco del suo paese natio, nel 1953 si trasferisce nella Piana del Sele, prima a Gromola e poi stabilmente a Battipaglia, per impegnarsi in prima linea nel progetto della Riforma Fondiaria, gettando le basi per lo sviluppo agricolo dell’intero territorio e contribuendo a trasformare la nostra Piana in una zona leader dell’economia agricola nazionale e mondiale.
Insieme a validi colleghi tra i quali il dott. Marianini, dott. Manzo e dott. Gambardella, dà vita alla ConCooper, un progetto teso a supportare la crescita rurale dell’intera zona e che ha permesso agli agricoltori del tempo di far accrescere il proprio lavoro, ricevendo anche un podere ed una casa. Fu, inoltre, Segretario particolare del senatore Indelli, negli anni in cui lo stesso fu Sottosegretario all’Agricoltura. Dopo l’esperienza della Riforma, Nino ha preferito restare in prima linea piuttosto che accomodarsi dietro la scrivania del Ministero, dirigendo l’Ufficio Agrario della zona di Eboli insieme ai compianti Dott. Isaia Bonavoglia e dott. Antonio Verdoliva, sempre al fianco degli agricoltori ed operatori agroalimentari della zona e mettendosi al servizio del territorio che lo aveva adottato.
È stato un uomo di cultura dedito al lavoro e ai valori in cui credeva e per i quali ha sempre cercato di essere da esempio. Emblematica è l’amicizia che lo ha legato dall’adolescenza al politico Fiorentino Sullo, col quale ha condiviso esperienze e momenti felici, oltre che il pensiero politico. L’affetto e la stima nutrita per l’amico e descritta in tanti aneddoti che amava raccontare, rappresentano a pieno le virtù in cui credeva, tanto da scegliere di rischiare la florida carriera che stava percorrendo per restargli accanto quando Sullo fu tradito e abbandonato dai suoi.
Gli è sempre piaciuto definirsi Servitore dello Stato e della famiglia costruita insieme alla tanto amata compagna di vita Rosa. Oggi, a dodici anni dalla sua scomparsa, resta immutato l’affetto con cui lo ricordano i figli Noemi e Gepi, i nipoti Carmine, Rossella e Alfonso, gli storici operatori del settore agroalimentare del territorio e quanti ebbero il piacere di condividere con lui un pezzo di strada.