Conosciamo gli Annis Opera, band nata a Battipaglia lo scorso settembre e in procinto di debuttare con il primo singolo.
L’importanza della scoperta risiede in qualunque campo, anche in quello musicale. È giusto concedere ai giovani talenti emergenti del territorio almeno un ascolto dei loro brani, per non vanificare il loro operato, per rendere gloria a ciò che hanno cercato di dire, lavorando sodo, attraverso la musica. Proprio a Battipaglia, a settembre dello scorso anno, ha preso vita un progetto artistico molto interessante, quello di Nicola Cucco (basso), Raffaele Sabato (chitarra), Angela Santoro (voce) e Francesco Forte (batteria), gli Annis Opera, che a un anno di distanza dalla loro fondazione sono pronti a far ascoltare al pubblico i loro primi lavori.
– Un progetto artistico nato da un’amicizia, quella tra Nicola Cucco e Raffaele Sabato, e una condivisione di passione per la musica.
R.S.: Suonavamo già da tempo, militavamo in alcune band. Una volta trasferitomi a Roma ho smesso per un po’ di suonare, circa per un anno e mezzo. E poi ho ripreso insieme a lui.
N.C.: È nato tutto dalla necessità di fare un progetto insieme che avesse delle sonorità cupe, è proprio da questo nasce il misterioso nome della band.
– A proposito di questo, perché la scelta del nome Annis Opera?
N.C.: Cercavamo proprio un nome che incarnasse lo spirito oscuro del progetto. Abbiamo fatto della ricerca nelle leggende metropolitane e racconti dell’orrore. Abbiamo trovato la storia della strega Black Annis. Successivamente abbiamo aggiunto “Opera” per donargli un aspetto teatrale.
– È arrivata poi la scelta di aggiungere al progetto una voce, ecco quindi che entra in gioco Angela Santoro.
N.C.: A settembre 2018 gli unici membri eravamo io e Raffaele, ma avevamo l’esigenza di inserire una voce che fosse in linea con il mood del progetto. Abbiamo contattato Angela, che ha accolto con entusiasmo l’invito, e ci siamo precipitati in studio di registrazione.
– A chiudere il cerchio è stato l’avvento di un altro musicista, Francesco Forte.
N.C.: L’aggiunta di Francesco è stata dovuta al fatto che siamo in procinto di registrare degli inediti, e non volevamo ricorrere a dei suoni campionati, bensì a una vera batteria. L’inserimento di Francesco sarà importante anche per la dimensione live che daremo agli Annis Opera.
– Alla base del vostro progetto artistico c’è la voglia di comunicare qualcosa al pubblico. Cosa?
N.C.: I testi, scritti da Angela Santoro, spaziano su vari argomenti: vanno dall’amore al quotidiano. C’è voglia di raccontare storie comuni ma con teatralità.
– Presentate gli Annis Opera così: “Un viaggio nei meandri dell’oscurità interiore, il nostro racconto celato che intendiamo svelarvi prima che la luce del sole ci trasformi in pietra”. Chi ascolta deve quindi prepararsi ad ascoltare un lavoro introspettivo ed introverso, cupo e misterioso.
N.C.: È la perfetta descrizione del gruppo. La matrice oscura che sta alla base e che abbraccia tutto il progetto. Questa base ci porta all’ottenimento di un determinato sound e a un particolare linguaggio comunicativo.
– Il vostro approccio alla musica è quando è avvenuto?
N.C.: Il primo approccio intorno al periodo delle scuole medie, mentre invece le prime esperienze dal vivo sono arrivate circa a 18 anni.
R.S.: Ho preso per la prima volta la chitarra in mano a 16 anni, ma è verso i 18-19 anni che ho iniziato a suonare seriamente.
– Quali sono i vostri artisti preferiti e gli album che sono stati per voi indispensabili nella crescita artistica?
N.C.: Senza esitazione Hai paura del buio? degli Afterhours. Sicuramente l’album che ha influito di più sotto tutti i punti di vista.
R.S.: Come artisti direi A Perfect Circle, Marilyn Manson, e Tool, ma anche rock italiano come Afterhours e Verdena. Per quanto riguarda gli album è dura, ma dico Eat the elephant degli A Perfect Circle e Lateralus dei Tool.
– Ci sono dei brani in cantiere, di cosa si tratta?
N.C.: Saranno sicuramente in lingua italiana, ma ancora devono essere ultimati quindi un quadro più preciso si avrà a fine settembre. L’idea sarà poi quella di lanciare un EP suonato live, senza alcun suono campionato.
– Dove volete portare, da Battipaglia, il progetto degli Annis Opera?
N.C.: Il nostro è un progetto sviluppato principalmente attraverso i social, essendo molto spesso lontani, quindi per adesso non abbiamo alcuna fretta di concretizzare, vogliamo concentrarci sul creare in estrema sintonia. Nel breve periodo l’obbiettivo che ci piacerebbe realizzare sarebbe una piccola tournée romana.