Intervista al candidato a sindaco Bruno Di Cunzolo
«Battipaglia è divenuta la città degli altri, viviamo scene apocalittiche che raccontano di cittadini delusi. Ecco perché è assolutamente necessario essere eretici, incarnare cioè il coraggio di fare scelte»
Gli elettori battipagliesi, in occasione delle prossime elezioni comunali, potranno esprimere la propria preferenza anche per Bruno Di Cunzolo che, candidato alla carica di sindaco con il sostegno di tre liste civiche, punta a portare una rivoluzione “eretica” in città.
– Perché ha deciso di scendere in campo come candidato a sindaco?
Cinque anni fa avevamo annunciato una rivoluzione. Così non è stato: è palpabile il malcontento, il dilagante disagio sociale ed economico. Viviamo scene apocalittiche che raccontano di cittadini delusi. Solo partecipando direttamente ai processi in corso possiamo tentare di invertirne la rotta e noi, da eretici e terroni, vorremmo dire e praticare di idee innovative e alternative che stravolgono tempi e modi di governare un territorio saccheggiato, deprivato della propria sovranità, dell’autorevolezza, del prestigio e dell’orgoglio di un’intera comunità.
– Cosa manca a questa città e cosa ha intenzione di fare per ovviare a queste carenze?
Non possiamo più sopportare la crassa ignoranza di quanti ingannano e tradiscono il mandato elettorale. Mi auguro termini per sempre l’era dei beoti e fannulloni che tanto bene hanno fatto a chi ha saputo depredare risorse e opportunità che spettavano ai battipagliesi. Battipaglia è divenuta la città degli altri. Manca il coraggio di contrastare il consolidato sistema di potere, manca la partecipazione attiva. Una città impoverita, che non ha decoro, attenzione all’ambiente, sicurezza. Ecco perché è assolutamente necessario essere eretici, incarnare cioè il coraggio di fare scelte. Rivendicheremo la necessità di definire un nuovo ruolo del Consorzio ASI, secondo noi utile solo se trasformato in agenzia. L’Ente ha moneta urbanistica ed edilizia che intendiamo spendere per valorizzare il patrimonio pubblico. Un’attenzione particolare dovrà essere dedicata al futuro della fascia costiera.
– Si parla di Puc dal 1978, ma nessuno mai è riuscito ancora a ridarne uno nuovo alla città. Uno strumento che consentirebbe di restituire dignità e di guardare allo sviluppo con più certezze. Sarà la volta buona?
Il Piano Urbanistico Comunale è stato sempre trattato come uno specchietto per le allodole. Utile in campagna elettorale per illudere. L’atteggiamento costantemente assunto è la misura del degrado morale della classe politica: è impensabile adottare in “segreto” e a mandato scaduto quello che viene definito il piano del sindaco. Il PUC non è un disegno che ingessa e cristallizza nel tempo la visione dello sviluppo, bensì uno strumento agile, dinamico, che deve essere immediatamente varato e attuato anche con l’adozione del piano triennale delle opere pubbliche.
– Ambiente e cultura: quanto ha a cuore questi due argomenti e cosa intende fare a riguardo?
Riteniamo necessario candidare al piano straordinario del Recovery Fund, nel piano di transizione ecologica, più temi che riguardano la Piana del Sele e la Provincia di Salerno: il risanamento dei siti di discarica, la depurazione, la riqualificazione e il risanamento delle aste fluviali, la definizione degli eco distretti e il finanziamento di impianti sostenibili intercomunali. Rivendichiamo la necessità di attuare, in ogni caso, il distretto ecologico che restituisca alla città il governo del ciclo dei rifiuti propri. Bisogna incidere in una politica di collaborazione tra parti sociali, produttive, distributive e istituzionali, affinché si marci verso una cultura ambientalista e a una conversione sistemica delle relazioni nella filiera produzione – consumatore – riciclatore – conferimento.
La nostra città ha dato i natali a molti talenti e continua a sfornarne. Voglio rammentare che Battipaglia diede i natali a Ugo Pirro, nome d’arte di Ugo Mattone. L’opera e le gesta di questi talenti deve trovare adeguata prosecuzione. Pensiamo la De Amicis come laboratorio gestito dal “distretto della cultura” formato dalle varie associazioni, per implementare laboratori sociali di arte, letteratura, poesia, musica, canto, ballo, sport e spettacolo, con la realizzazione di sale di riproduzione, di prova, aperte a giovani e anziani, un vero e proprio “network marketing” per la promozione telematica dei talenti e dell’espressione culturale urbana.
– La prima cosa che farebbe se dovesse venire eletto?
Risolvere gli eterni incompiuti. Penso al cimitero, allo stato di degrado in cui versa, all’appalto finanziato dai cittadini che attendono la restituzione delle somme versate da anni e alla soluzione delle tumulazioni provvisorie adottate. Penso alla casa comunale dove ancora oggi nessuno ha risolto il problema di un impianto di climatizzazione che è costato milioni ed è inutilizzabile. Penso al Più Europa, appalto in concessione, tutt’oggi un’opera incompiuta. Penso al Piano di Zona sociale che avrebbe dovuto attuare politiche di sostegno e assistenza domiciliare. Penso alla disperazione della nostra gente, alla fragilità istituzionale e della struttura sociale.
– Qual è l’avversario che teme di più?
Temiamo solo l’inganno e l’ignoranza. Siamo “Eretici”, e il nostro motto è “verità e coraggio”. Abbiamo uno “Strano Amore” storico per la nostra gente e la nostra terra e lavoreremo per un “Ritorno al Futuro” che tenga conto delle nostre radici. Siamo, in fondo, una squadra di volontari che avverte forte il dovere di fare la propria parte.
– In ottica ballottaggio ha già pensato a qualche alleanza?
La stragrande maggioranza di tutti coloro che stanno scendendo in campo e si stanno proponendo alla carica di Sindaco mi hanno contattato per propormi la regia della propria campagna elettorale, per la definizione del piano strategico, del programma elettorale, riconoscendomi serietà, capacità, visione e competenza. Abbiamo detto loro che è utile alla città presentare idee e proposte, lavorare per il bene comune, candidare il proprio leader per competere e convincere. Non abbiamo pregiudizi, le alleanze si fanno sui programmi.
– Lanci un breve appello ai cittadini.
State per determinare il futuro della città con il vostro voto. Esercitatelo liberamente. Esercitatelo comunque. Una politica buona si può e si deve praticare. Evitate l’astensionismo. Il voto è un’arma eccezionale per decidere la vostra sorte. Facciamo squadra per far vincere la città e la nostra comunità. Riprendiamoci la sovranità che ci spetta, insieme parteciperemo ad una nuova stagione che rivedrà la nostra comunità rinascere.