Intervista all’avvocato battipagliese Stefania Apostolico. Presidente di “Cittade” e nuova alleata del candidato a sindaco Antonio Visconti
Il sogno, una politica che sia sempre più rosa e che tuteli sempre più le donne: «Usciamo da questo stereotipo: Una donna sa occuparsi degli aspetti della famiglia come anche leggere i bilanci alla stessa maniera con cui lo farebbe un uomo»
Negli scorsi giorni, accanto ad Antonio Visconti, ha sigillato in una conferenza stampa il patto tra i candidato a sindaco di centrosinistra e l’associazione civica Cittade, di cui è presidente. L’avvocato Stefania Apostolico guarda con fiducia alla prossima tornata elettorale, che possa essere una grande occasione per tutte le donne battipagliesi, giovani e non, di poter dire la propria ed invertire una tendenza che vede la politica ancora troppo “uomo-centrica”.
– Quali sono le ragioni dietro alla sua volontà di scendere in campo e promettere il proprio impegno alla città?
È stata una decisione presa in maniera collegiale dall’associazione Cittade, di cui sono presidente. In questo periodo, dalla fine del 2020, abbiamo avuto la possibilità di dialogare con diverse forze civiche. Abbiamo visto nascere insieme a loro l’opportunità di dare vita ad un polo civico. Siamo stati aperti al dialogo con molte forze che stanno scendendo in campo, poi abbiamo avuto un lungo colloquio con il candidato a sindaco Antonio Visconti e abbiamo trovato senz’altro dei punti di convergenza. La nostra associazione, che è civica e non ambientalista, s’è occupata di diversi settori, dai beni confiscati alla camorra all’urbanistica, della vivibilità del territorio.
– Quanto potrebbe essere importante per le ragazze e le giovani battipagliesi assistere ad un’amministrazione sempre più attenta alle donne e al loro impegno nei contesti di rilievo?
Credo che avere una partecipazione femminile costituisca di per sé un valore aggiunto. La sensibilità che può avere una donna, unitamente alle caratteristiche di tenacia e tendenza ad approfondire qualsiasi questione, può essere una forza in più specialmente per alcune problematiche, come quelle relative alla famiglia, che è la prima cellula della società e quindi merita un ascolto particolare. Credo che la donna, dovendo comunque barcamenarsi nella vita in generale tra lavoro e famiglia, possa avere una visione a 360° di una città. Chiaramente è un invito alle tante che ho visto, non solo in questa tornata elettorale, donne anche giovani che si approcciano alla vita politica cittadina con piglio e competenza. Basta guardare la storia, vedere come la donna si sia affermata in politica, senza che però questo poi diventi motivo di discriminazione: anche l’evoluzione della legge che ha portato alle quote rosa, inizialmente ritenuta dalla illegittima perché discriminatoria, poi ha portato ad una partecipazione femminile bilanciata con quella maschile. L’aspettò più importante è che le due diverse visioni si concilino e diventino qualcosa che si completi.
– Cecilia Francese è stata la prima sindaca “rosa” della storia di Battipaglia. Crede che tale vittoria, datata 2016, abbia rappresentato uno spartiacque tra una politica, considerata troppo maschile, ed una invece più inclusiva verso il genere femminile?
Sì, io credo che simbolicamente sì. La sua vittoria è stata senza dubbio uno spartiacque, perché negarlo? Ha rappresentato la prima donna sindaca e quindi è stato un passaggio importante. L’opportunità che ha avuto è stata grande ed è stata emblematicamente un fatto importante, che deve essere l’inizio di un cammino diverso, in cui anche le donne possano raggiungere alti livelli alle stesse condizioni degli uomini. Ho vissuto questo gap di genere anche nella professione: ho iniziato a fare l’avvocato penalista con mio padre, e alla sua prematura morte ho dovuto rilevare lo studio e quindi confrontarmi con un mondo “al maschile”, quindi le difficoltà che una donna ha a volte sono oggettive.
– Crede che nella politica, sia locale che nazionale, le donne vengano viste con il degno rispetto e la medesima autorità riservata agli uomini?
È un tema abbastanza scomodo. È vero che ci sono le quote rosa ma, da parte di qualcuno, anche l’intento di ghettizzarle un po’. La donna nella politica viene ancora vista come figura adatta a ricoprire ruoli secondari. Per me le politiche sociali non sono secondarie, però bisognerebbe uscire da questo stereotipo: sì, le donne hanno una sensibilità che è un valore aggiunto, ma credo siano adatte per occuparsi di qualsiasi settore. Una donna sa occuparsi degli aspetti della famiglia come anche leggere i bilanci alla stessa maniera con cui lo farebbe un uomo, ad esempio.
– In ultimo, quale impegno ha riconosciuto al candidato sindaco Antonio Visconti, che lei supporterà alle elezioni, in questo verso?
Ne abbiamo parlato e lui s’è mostrato molto attento a queste problematiche. Abbiamo parlato di alcuni progetti sul tema dei maltrattamenti, come un ascolto potenziato per le donne che ancora oggi, e lo tocco con mano per la professione che faccio, subiscono maltrattamenti che non si limitano solo a quelli fisici ma anche psicologici. Ci sono diverse idee in campo e Visconti s’è dimostrato interessato a cogliere alcuni progetti che ho in mente. Mi piacerebbe che venga data molta attenzione alle famiglie adottanti e al loro percorso, che è accidentato e difficile. Abbiamo parlato anche di questo e mi è sembrato molto sensibile. Credo che l’ente comunale possa fare molto. Bisogna evitare lo scollamento tra politica e vita reale. Bisogna tendere la mano in maniera concreta e far sentire la presenza delle istituzioni. E in questo credo che una donna possa avere una grande funzione di collante tra le due realtà.