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Ha senso mettersi alla ricerca di un’occupazione ai tempi dell’emergenza Covid-19?

Claudia Bevilacqua, battipagliese d’origine e bolognese d’adozione, specializzata in formazione e orientamento al lavoro degli adulti, ci spiega perché ne vale la pena e come muoversi.

L’emergenza Covid-19 ha sferrato un colpo molto duro all’economia italiana. Nell’incertezza generale, le aziende stanno iniziando a pianificare il ritorno alle attività nella tanto attesa “fase 2”. Chi cerca lavoro non può quindi farsi trovare impreparato, ma nel pieno di questa pandemia globale, vale la pena mettersi alla ricerca di un’occupazione? Ne parliamo con Claudia Bevilacqua, giovane battipagliese trapiantata a Bologna, dove ha conseguito la laurea magistrale in Scienze dell’Educazione Permanente e della Formazione Continua, specializzata in formazione e orientamento al lavoro degli adulti.

– È sotto gli occhi di tutti l’impatto che l’emergenza Covid-19 ha avuto sull’economia nazionale. Ma in un momento così incerto per aziende e attività, vale la pena proporsi?

La mia risposta è assolutamente sì. Anzi, credo che la vera domanda da porre a chi non lavora sarebbe: «Perché non provarci?». L’immobilismo non può essere una soluzione, e neanche la risposta. Essere proattivi paga sempre; il tempo investito nella ricerca del lavoro in maniera intelligente, non è mai tempo perso, neanche per chi un lavoro già ce l’ha.

– Come devono muoversi allora tutti gli aspiranti?

Prima di tutto dipende da ogni candidato e dal settore professionale. È necessario, nel proprio piccolo e con i propri mezzi, fare una ricerca personalizzata tenendo conto del settore di appartenenza, posizione geografica e competenze possedute.

La ricerca del lavoro, oggi, è diventata un lavoro. Non si può pensare solo di utilizzare uno strumento, come un solo sito di ricerca o i più comuni, e spendere mezz’ora su un sito e inviare cv un po’ a caso. È necessario pensare fuori dalle righe, mettere un po’ di creatività anche in questo. Anche in momenti in cui siamo fortemente scoraggiati da una situazione che non dipende necessariamente da noi. Bisogna progettarla e programmarla, la ricerca del lavoro.

Stabiliamo delle ore e dei giorni in cui farla e le azioni da intraprendere. Facciamo un elenco di siti da consultare, e poi un elenco delle aziende. Facciamo anche un elenco di persone che potremmo contattare, e che magari lavorano in posti in cui ci piacerebbe lavorare, per fargli sapere che cerchiamo lavoro. Dedichiamo delle ore all’aggiornamento del nostro cv, che è lo strumento principale, ma un “must have” rimane la candidatura spontanea.

– E poi come si procede?

Oggi quasi tutte le imprese/aziende, enti e studi hanno siti o e-mail attraverso i quali essere contattate. Le candidature spontanee sono degli investimenti a lungo termine. Dei semini da piantare che danno, quando meno te lo aspetti, i propri frutti. Proprio questo mese, due persone che seguo in un percorso di orientamento sono state convocate per un colloquio.

È importante informarsi anche su siti istituzionali, ad esempio sul sito della Regione circa la possibilità di attivare tirocini professionalizzati, affidandovi ad un ente preposto, e da proporre alle aziende che vi interessano. Ci sono programmi nazionali quali Garanzia Giovani, che rappresentano un’ottima opportunità per entrare nel mondo del lavoro poiché in grado di offrire agevolazioni anche alle imprese. E programmi simili sono destinati anche agli over 50 o alle persone iscritte alle categorie protette. Consiglio di consultare il sito della regione Campania e il sito dell’Anpal.

Le agenzie del lavoro non si sono fermate; anzi, se la parte operativa del loro lavoro è ridotta, significa che hanno più tempo da dedicare alla lettura di cv; e un cv inviato con criterio è sempre un investimento. Inoltre, c’è da considerare che non possiamo comunque sapere se quell’azienda precisa o quel datore di lavoro abbia bisogno da qui anche a due mesi, di nuovo personale. Insomma, imparare a cercare lavoro è il primo passo per trovarlo.

Claudia Bevilacqua
Claudia Bevilacqua in un intervento presso il dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna

– Chi invece vorrebbe sfruttare la quarantena per formarsi, visto l’avvio sempre più prossimo di una timida ripartenza delle attività lavorative, e rendersi più appetibile agli occhi delle aziende, è ancora in tempo? E come potrebbe farlo?

La quarantena e le disposizioni nazionali e regionali, hanno accelerato i tempi di conversione delle azioni formative classiche in quelle a distanza. Tantissime aziende ed enti che si occupano di formazione hanno messo a disposizione corsi di formazione in e-learning a prezzi vantaggiosi, e alcuni addirittura gratis. Ad oggi, tra le competenze più richieste nel mondo del lavoro ci sono quelle ICT (Information and Communication Technology) e online è molto facile trovare corsi di formazione gratuiti per disoccupati sulle competenze informatiche, digitali ma anche linguistiche.

Ci sono corsi di contabilità; corsi di magazziniere; corsi di marketing e persino corsi più professionalizzanti. La formazione è fondamentale, soprattutto in un momento come questo. Ottenere anche solo un attestato di frequenza, aumenta moltissimo il valore di un cv, perché dimostrerà un atteggiamento proattivo da parte del lavoratore, agli occhi del recruiter.

Per trovare i corsi basta spendere qualche ora navigando in rete sui siti di enti, agenzie e piattaforme di formazione. Sfido chiunque a non trovare un ambito di interesse da approfondire. La formazione continua per molti lavoratori è sottovalutata e considerata una perdita di tempo, eppure tra i datori di lavoro, è molto apprezzata. La fortuna di stare a casa oggi, risiede nella possibilità di accedere a corsi messi a disposizione online, anche da enti in altre regioni, che di solito avvengono in presenza.

Curriculum e strumenti

– Il curriculum perfetto: cosa non deve mancare? Quali sono gli strumenti che ogni aspirante deve possedere prima di proporsi a un’azienda?

Il curriculum perfetto è tale quando è in grado di raccontare chi siamo, oltre le nostre competenze ed esperienze. Spesso all’inizio di una sessione di orientamento o durante le docenze, pongo una domanda precisa: «Qual è l’obiettivo di un cv». La risposta è sempre mediamente la stessa: “trovare lavoro”. Eppure non è così; o meglio lo è in parte.

Ad essere precisi l’obiettivo di un cv è ottenere un colloquio. Sarà quello, insieme ad un periodo di prova poi, a farci eventualmente ottenere un lavoro. Il cv deve incuriosire il nostro destinatario. Pensate alla pubblicità di una macchina. Dura circa in media 50 secondi, e questi pochi secondi non ci convincono certo ad acquistarla, ma ad andare in concessionaria per vederla si, perché no? È lo stesso identico discorso.

Oggi per fortuna tutti abbiamo la possibilità di acquisire competenze, conoscenze e titoli. I cv hanno quasi sempre le stesse caratteristiche, ma non si differenziano per originalità e personalità. Sapersi raccontare non è semplice; ma ciò che determina la scelta di un lavoratore a discapito di un altro è la capacità di quest’ultimo di far emergere dal proprio cv il fatto di poter fare la differenza in quel contesto lavorativo, attraverso il proprio contributo.

Non deve mai mancare una foto professionale, scattata su sfondo bianco da un’altra persona (no selfie!); sezione dedicata alle competenze trasversali: caratteristiche personali innate e acquisite, atteggiamenti, conoscenze ed abilità che consentono una prestazione lavorativa di alta qualità; una sezione dedicata agli attestati ottenuti (dalla sicurezza sul lavoro, alla formazione più in generale di qualsiasi tipo); la sezione delle competenze linguistiche e informatiche; e infine, ma non per ultimo, consiglio sempre uno spazio in cui in poche righe potersi raccontare spontaneamente.

Non deve mancare, laddove possibile, una lettera di presentazione in cui si motiva quella precisa candidatura e che sia in grado di spiegare perché si vuole lavorare per quell’azienda. Prima di scriverla, è importante cercare informazioni su questa, affinché possiate coglierne le caratteristiche per mostrare un match perfetto tra voi ed essa. Il cv è il vostro bigliettino da visita. Deve essere come un vestito cucito per voi e su di voi. Rendetelo unico, perché ogni persona è unica.