Un dichiarato stato di inagibilità prolungato mette “in coma” l’iconico Pastena, nel silenzio generale. Così il calcio a Battipaglia passa in sordina
C’era una volta il “Pastena”. Un’imponente struttura che ospitava ogni settimana centinaia di tifosi intenti a seguire con gioia e attesa le gesta della Battipagliese, le “zebrette” che scrivevano pagine di storia del calcio dilettantistico locale in categorie di spessore. Tra tutte la Serie C. C’era una volta, appunto. E non soltanto perché la squadra bianconera, da allora, non ha più raggiunto simili palcoscenici – in seguito ad eventi più o meno sfortunati – ma perché quello stesso “Pastena”, palcoscenico di grandi domeniche di sport e passione, è appassito negli anni, fino ad arrivare ad essere oggi addirittura chiuso agli stessi tifosi.
Accade infatti che, già a partire da questa stagione calcistica, avviata ormai mesi e mesi fa, tutti i settori dello stadio, da quelli ospiti – chiusi ormai da anni e sempre più ridotti ad una foresta abusiva, ricettacolo di rifiuti ed erbacce – a quelli “di casa” sono stati interdetti. Anche l’unico settore rimasto aperto al pubblico, quello “base”, non può essere più aperto al pubblico. A sancirlo, attraverso una disposizione ufficiale, il Comune di Battipaglia.
È sotto gli occhi di tutti come l’intera struttura del “Pastena” sia ormai sempre più “anziana” sotto ogni punto di vista. Il termine che più le si addice ad oggi può essere proprio “appassita“. Il colore che ogni settimana arrivava con i gruppi di tifosi ha lasciato posto al grigiore del cemento, del silenzio che pervade le partite che vengono giocate al suo interno, intervallato solo dalle indicazioni dei rispettivi ct delle formazioni impegnate.
Fa specie però come, dopo aver dichiarato inagibili tutti gli spalti della struttura e dunque costringendo i tifosi a non poter assistere agli incontri, la vicenda sia finita ben presto nel dimenticatoio. Nessuno spiraglio, al momento, farebbe presagire una pronta riapertura almeno dello spalto “base”, né tantomeno, considerata l’inagibilità riscontrata, qualche lavoro di adeguamento che possa permetterne la riapertura. Nulla di nulla. Solo silenzio, lo stesso che avvolge il “Pastena” e le partite giocate sul rettangolo.
A farne le spese sono i tifosi, di certo, ma anche le società. Ne fanno le spese la Battipagliese e l’Atletico Battipaglia, le due formazioni cittadine entrambe impegnate nel campionato di Prima Categoria. I bianconeri addirittura si trovano a cercare asilo sui campi sportivi fuori città, per poter permettere ai propri tifosi di non perdersi le gare, i gialloblù hanno optato invece per dirette streaming, così da permettere a nuove persone di affezionarsi alla “giovane” società, nata appena nel 2018.
A farne le spese è la Virtus Battipaglia, compagine militante nel campionato di Terza Categoria e soprattutto “madre” di un settore giovanile che vede i genitori dei ragazzi impegnati, tutti con belle speranze e sogni, costretti a seguire gli allenamenti dei figli da un monitor, che l’associazione sportiva ha installato all’interno dello spazio principale dello stadio, a pochi metri dal campo e non sugli spalti, dove potrebbero di certo incitare e caricare i ragazzi.
Impossibile stupirsi di fronte alla scarsa affezione che viene poi mostrata dalla cittadinanza verso le realtà calcistiche della propria città. In una città diseducata a mostrare passione o comunque un minimo di attenzione verso ciò che di bello, tra mille sacrifici, si cerca di produrre in città sul piano culturale, sportivo e non solo, tenere chiuso, o per meglio dire “addormentato” il “Pastena” significa soltanto allontanare ancora di più le persone dal calcio locale. Che questo stato comatoso della storica e iconica struttura possa presto finire e che quel silenzio insostenibile possa ben presto essere spezzato dai cori da stadio dei tifosi. Che il calcio possa tornare ai battipagliesi.