Giovanni Santomauro è tornato nella casa comunale, dopo otto anni di silenzio: «È il momento della chiarezza», e dopo un viaggio nel tempo attraverso i provvedimenti giudiziari, rinnova l’invito a cooperare per il futuro della città a Cecilia Francese, insieme a Fernando Zara e Carmine Bucciarelli
«Spero che l’emozione non mi giochi brutti scherzi», afferma Giovanni Santomauro, ex sindaco di Battipaglia che ritorna sulla scena politica a otto anni da quel burrascoso epilogo della sua giunta. Un’emozione che, durante la conferenza stampa tenutasi in mattinata, di tanto in tanto gli ha spezzato le parole in gola e fatto tremare le mani, tra citazioni a Giovanni Falcone e difese all’operato della sua amministrazione. «È il momento della chiarezza», afferma con convinzione, e per farlo riparte dal principio, dall’8 maggio 2013.
Quaranta sono stati gli anni spesi all’interno del Palazzo, prima come consulente, poi come segretario e direttore, e infine da primo cittadino. Un bilancio positivo, secondo Santomauro, intaccato da due sconfitte amare: «La prima, la revoca dalle funzioni di segretario comunale dall’amico dott. Barlotti, avvenuta non per demerito ma per ragioni politiche. Una sconfitta cocente da cui sono riuscito a rialzarmi e a continuare il mio percorso professionale. Poi la sconfitta più devastante, l’8 maggio 2013. Arresti domiciliari, poi libertà assoluta ma lontano da Battipaglia. Un esilio lungo sei mesi».
Otto anni di silenzio «in cui gli spazi sono stati occupati da personaggi oscuri, inquietanti, che hanno raccontato storie artefatte hanno devastato me e Battipaglia». Quella data generò, nel dettaglio, un procedimento penale nei confronti dell’ex sindaco e un procedimento amministrativo che portò allo scioglimento del consiglio comunale. In quella stessa data Santomauro rassegnò le dimissioni dalla carica per cui era stato eletto.
SANTOMAURO CHIEDE SCUSA
Commosso, ma lucido, Santomauro spiega le ragioni delle sue dimissioni, avvenute non per gli arresti domiciliari, né per la contestazione dell’abuso d’ufficio o per l’accusa di agevolazione camorristica. Fece un passo indietro perché «ho avuto vergogna per la contestazione che mi è stata fatta per concussione sessuale». L’ex sindaco ne approfitta per chiedere scusa alla sua famiglia, come già fatto in Tribunale, «a tutti i cittadini, al consiglio comunale in carica in quel quadriennio, agli assessori, a tutti coloro che hanno collaborato con quell’amministrazione».
E non solo: «Voglio rinnovare le scuse anche a coloro che hanno speculato in maniera mostruosa sulla vicenda alimentando la macchina del fango» afferma Giovanni Santomauro, che aggiunge: «Un uomo è un essere fallibile, chi non lo riconosce e vuole cavalcare un osceno moralismo vuol dire che è un piccolo uomo privo di umanità. Io ho la piena consapevolezza di aver sbagliato. Non avrei mai dovuto violare la sacralità dell’ufficio pubblico. È stata questa consapevolezza a portarmi a rassegnare le dimissioni dalla carica di sindaco. Se non avessi avuto questa contestazione probabilmente avrei già espletato il secondo mandato da sindaco di questa città».
«LA CAMORRA A BATTIPAGLIA NON C’È STATA»
Ampia parentesi dedicata alla questione del procedimento penale per infiltrazioni camorristiche, «rilevatosi da subito un flop», esordisce. «Non lo diciamo da oggi che quella contestazione era priva di prove ed indizi. Lo dovevamo dire l’8 maggio 2013, quando mi è stato notificato il provvedimento di misura cautelare. La procura stessa in una fase successiva, in sede di richiesta di rinvio a giudizio, ha fatto un clamoroso passo indietro escludendo l’agevolazione camorristica. Questi sono atti da cui si rivela che la camorra a Battipaglia non c’è stata. Questo lo dovevamo dire già allora, quando c’è stato un silenzio vergognoso da parte di tutti».
Attualmente in corso il procedimento penale per quanto riguarda lo scioglimento del consiglio comunale. «Siamo in fase dibattimentale di primo grado», afferma l’ex sindaco, che spiega come i reati imputati siano abuso d’ufficio, e concussione sessuale. A questi non intende sottrarsi: «Ho avuto l’opportunità di difendermi dal processo optando per un’assoluzione per intervenuta prescrizione. Non l’ho fatto, voglio essere giudicato, voglio la verità sui fatti che mi sono stati contestati».
Un dovere morale, come viene descritto da Santomauro: «Ho piena fiducia nella magistratura, come ho fiducia in Giovanni Santomauro, nella sua storia, nella sua vita sempre al servizio degli altri, nel segno dell’onestà, della trasparenza, della legalità e della generosità. Proprio la mia generosità ha alimentato invidia, cattiveria e odio». Lo stesso afferma che, insieme ai suoi avvocati e seguaci, intende intraprendere la «missione impossibile» di revocare lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche.
LO SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE
Ulteriore chiarezza Giovanni Santomauro la fa sullo scioglimento del consiglio comunale, rivolgendo anche alcune accuse pesanti verso terzi che hanno portato a determinare tale provvedimento: «Lo scioglimento è avvenuto prima a seguito delle dimissioni e poi per infiltrazione camorristica su due presupposti erronei. Il primo, il quadro accusatorio della procura sull’agevolazione camorristica, che è subito venuto meno».
Il secondo presupposto a cui fa riferimento l’ex sindaco vede al centro la commissione di accesso agli atti, “colpevole” di aver costruito una relazione «che aveva come unico obiettivo lo scioglimento del consiglio comunale. Una relazione che si fonda su accuse generiche, astratte, ingannevoli, e sulla scorta di dichiarazioni rese davanti alla commissione da personaggi oscuri, inquietanti e frustrati».
Tra i nomi in questione, quello a cui Santomauro fa riferimento è l’ex comandante dei vigili urbani, Giorgio Cerruti «alimentato dal risentimento per aver subito, giustamente, il provvedimento di rimozione dell’incarico da comandante dei vigili urbani, ha reso delle accuse contro il sottoscritto che hanno concorso a determinare lo scioglimento del consiglio comunale. Dichiarazione che avrebbero dovuto concorrere all’adozione del provvedimento di rimozione dell’incarico, e non dello scioglimento del consiglio comunale».
“BATTIPAGLIA 2021”, CECILIA FRANCESE E LA MANO TESA A ZARA E BUCCIARELLI
Dopo l’excursus sulle vicende che hanno portato alla dissoluzione del mandato da sindaco di Battipaglia di Giovanni Santomauro, c’è stato modo anche di trattare d’attualità, con il manifesto dell’associazione “Battipaglia 2021” ormai pubblicato e che guarda alle prossime elezioni.
«Io non sono il leader di quest’associazione, siamo tutti leader e portavoce. Mi è stata riconosciuta però una leadership programmatica», spiega Santomauro, che sottolinea come le fondamenta di quest’associazione, che vede tra gli altri anche la presenza dell’ex sindaco Gennaro Barlotti, si basino su rapporti di stima e amicizia, «difficilmente reperibili in politica».
Alle poltrone del consiglio comunale, Giovanni Santomauro non fa mistero di preferire il mare di Casal Velino, chiamandosi quindi fuori da un possibile ruolo da protagonista alle Comunali. Ad oggi, però, c’è la concretezza di un dialogo con l’attuale sindaca Cecilia Francese per una possibile alleanza politica che avrebbe del clamoroso, vista la storica rivalità tra i due: «A livello nazionale abbiamo un governo di salute pubblica, perché non cercare di costruirlo anche a livello locale?».
Un’apertura che, fino a qualche anno fa, in cui in aula consiliare erano i toni tra Santomauro e Francese, all’epoca all’opposizione, erano decisamente accesi, che non si limita soltanto alla leader di Etica. Una mano è stata tesa pure a Fernando Zara, «un politico innovatore» e Carmine Bucciarelli, che «già nel 2002 parlava di riqualificazione della fascia costiera, prima di diventare vittima di immobilismo politico».
Per Giovanni Santomauro è importante il sindaco, sì, ma ancor prima viene la squadra che lo sostiene. Se le basi gettate per un’alleanza, di fatto storica, con Zara e Bucciarelli, tutti al fianco di Francese, troveranno poi concretezza nella realtà, saranno soltanto i prossimi mesi, decisivi in vista della tornata elettorale, a svelarlo.