«Mancano i voti nelle sezioni». E Maria Guardigni, prima tra i non eletti delle liste di Cecilia Francese, fa ricorso al Tar. A rischio la sedia di Pietropaolo Greco.
«Anomalie nei seggi, mancano i voti nelle sezioni»: “Insieme per Battipaglia” rivendica un altro scranno in assise. Il risultato delle scorse elezioni amministrative finisce nelle mani dei giudici del Tar. Ieri pomeriggio, Maria Guardigni, candidata alle scorse comunali nella lista promossa dal coordinatore cittadino della Lega, Renato Santese, e arrivata seconda alle spalle di Francesco Marino, ha depositato un ricorso per l’annullamento del verbale delle operazioni in merito alla recente elezione del sindaco e del consiglio comunale.
A farne le spese potrebbe essere il giovane avvocato Pietropaolo Greco, quinto eletto della lista “Con Cecilia Sindaco” con 234 preferenze. Problemi di coefficienti: il quindicesimo ed ultimo seggio, infatti, è stato attribuito alla lista di Greco che, secondo i calcoli, ha totalizzato un quoziente voti superiore, 687,4, rispetto ad “Insieme per Battipaglia” che ha raggiunto 683,5. Uno scarto di appena 3,9 che, tradotto, vale a dire 8 preferenze. Una situazione al limite che ha spinto Guardigni a presentare ricorso. I motivi, secondo gli avvocati difensori della 29enne battipagliese, Marcello Fortunato e Dario Gioia, sarebbero molteplici: «dall’esame dei verbali sezionali ed a fronte delle informazioni assunte dai rappresentanti di lista, sussistono plurimi profili di illegittimità che hanno determinato, da un lato, la sottrazione di voti alla lista della ricorrente, dall’altro, l’erronea attribuzione di voti in favore della lista “Con Cecilia Sindaco”» si legge nel ricorso.
E poi, secondo i legali, a Palazzo di Città mancavano addirittura gli addetti per fare le copie, situazione che non ha agevolato la consultazione dei verbali delle operazioni elettorali. Scendendo nello specifico, la tesi dei difensori di Guardigni s’incentrerebbe su 13 voti non attribuiti a Francesco Marino e Fabio Butrico nella sezione 18; sulle anomalie della sezione 32 dove la «discrasia tra i voti di lista e i voti ai candidati» di “Con Cecilia Sindaco” sembrerebbe troppo elevata, considerando la possibilità di esprimere una doppia preferenza: 67 ai candidati, e 102 alla lista. In quella stessa sezione il numero dei voti attribuiti dall’ufficio centrale non corrisponderebbe alle preferenze riportate dal Comune. Nella sezione 39, invece, mancherebbero i voti di Paola Mazzei, completamente estromessa dalla lista. A questo s’aggiungerebbero anche errori di trascrizione e voti annullati illegittimamente. L’ultima parola spetta ai giudici del Tar che dovrebbero fissare l’udienza per fine gennaio.