I consiglieri di minoranza rilanciano la proposta del “Question Time” bocciata lo scorso 25 luglio durante l’ultima seduta del consiglio comunale.
Dopo il brutto consiglio comunale dello scorso 25 luglio dove, in assenza della minoranza, la maggioranza con la solita scarsa sensibilità istituzionale bocciò la delibera di indirizzo che proponeva l’istituzione del “Question Time”, i consiglieri Maurizio Mirra, Azzurra Immediata, Gaetano Marino, Luigi D’Acampora, Mimmo Zottoli, Antonio Visconti, Alessio Cairone e Giuseppe Provenza hanno deciso di rilanciare con la proposta di adozione del “Question Time del Cittadino”.
“La proposta, che verrà discussa nel consiglio comunale del prossimo 19 settembre, prevede la possibilità che i cittadini inviino delle richieste direttamente all’amministrazione in merito a situazioni di interesse comunale” – afferma Azzurra Immediata di Liberali e Solidali – “In questo modo, l’amministrazione potrà fornire risposta formale direttamente in consiglio comunale. Sarà, poi, il consiglio, nello stabilire un apposito regolamento, a decidere se queste risposte vengano fornite in un consiglio dedicato od in un punto all’ordine del giorno di ciascun consiglio comunale“.
“La proposta non ha nulla di rivoluzionario, visto che tanti altri comuni adottano questo istituto tra i quali la vicina Agropoli” – afferma Maurizio Mirra di Civica Mente – “Sarebbe un modo per avvicinare i cittadini all’Ente, colmando quel distacco e quella sfiducia che percepiamo quotidianamente nella nostra attività consiliare. La proposta è stata già discussa in commissione ed in questa sede ci ha lasciato con l’amaro in bocca il comportamento di alcuni consiglieri di maggioranza, scagliatisi contro questa idea con la giustificazione che i battipagliesi non sarebbero maturi per gestire questo istituto che solo loro dovrebbero essere i depositari dei rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione. Questa concezione accentratrice non ci appartiene e vedremo, all’interno del consiglio, chi prenderà la responsabilità di tenere i cittadini fuori dalla vita amministrativa del proprio comune“.