I 250 tamponi effettuati nel Salotto Comunale di Battipaglia hanno suscitato un po’ di malcontento in città. L’associazione Civica Mente pone l’accento sui metodi di scelta delle persone da esaminare. «La politica degli amici» è il commento laconico dei giovani associati.
«Abbiamo appoggiato, con rispettoso silenzio, anzi magnificando, le iniziative comunali, consci della difficoltà di gestire un’emergenza complessa e sconosciuta. Dopo 39 giorni “a bassa voce”, sentiamo il dovere di alzarla, in maniera forte». La protesta dei ragazzi di Civica Mente, sulla scelta dell’Amministrazione di effettuare 250 tamponi a dipendenti comunali, consiglieri comunali, dipendenti di Alba, e dei loro parenti, ha suscitato malcontento tra i giovani associati.
«Purtroppo, abbiamo dovuto assistere ad atteggiamenti fortemente discutibili: assessori e consiglieri comunali che, nonostante le restrizioni in atto, giravano allegramente per la città. Inoltre, grazie ai social, abbiamo scoperto che persino cittadini comuni, noti amici di questa amministrazione, stazionavano bellamente all’interno della scuola De Amicis con tanto di fotografie e video per immortalare un gesto che non ha bisogno certo di pubblicità se fatto con il cuore. La goccia che però ha fatto traboccare il vaso, è stata la gestione dei primi tamponi – o speed test – arrivati a Battipaglia grazie alla vicinanza dell’istituto zooprofilattico, convenzionato con la Regione Campania» si legge in una nota stampa di Civica Mente.
Nella giornata di ieri, infatti, si sono registrati sette nuovi casi di positività al Coronavirus dopo i tamponi effettuati nel Salotto Comunale di Battipaglia. Un consigliere comunale, un dipendente di Alba Nuova, un farmacista, un dipendente comunale e tre cittadini. Secondo l’associazione Civica Mente, la decisione di effettuare questi tamponi avrebbe penalizzato alcune categorie sicuramente più a rischio: «La stessa Sindaca sembrava aver inteso la priorità quando disse “Abbiamo iniziato dalle categorie più esposte come personale dipendente in servizio, dipendenti della partecipata Alba, guardie ambientali, personale delle farmacie del territorio, personale volontario impegnato nella ex Scuola De Amicis nel progetto Spesa Solidale, polizia ferroviaria, cittadini ed amministratori comunali che si sono ritrovati in prossimità della casa comunale e che volontariamente hanno deciso di sottoporsi ai test”».
L’Amministrazione ha più volte ribadito che i cittadini sottoposti al controllo si trovassero lì per caso. Una versione che non convince l’associazione civica: «Dobbiamo credere davvero che alcuni cittadini (per non dire parenti di consiglieri comunali o di dipendenti) passeggiassero vicino alla casa comunale nello stesso momento i cui erano in corso i test? E a che titolo quei familiari e quegli amministratori pubblici si trovavano nei pressi della Casa Comunale quando a tutta la cittadinanza viene impedito da norme nazionali e regionali di lasciare le proprie abitazioni? Era necessario creare le condizioni affinché un amministratore di un gruppo Facebook dovesse avere bisogno di un tampone, sottraendolo ad un medico?».
Anche il partito cittadino di Fratelli d’Italia si associa alla protesta. «Pur lodando l’iniziativa, vogliamo chiarezza» si legge in una nota stampa. «Una buona idea- dice la portavoce Annalisa Spera – ma perché la sindaca ha deciso di fare tamponi in maniera indiscriminata e senza ordine o controllo? Le voci che ci giungono è che a causa di questi controlli, si sono creati assembramenti nel Palazzo di Città» e il presidente del direttivo, Massimiliano Terminelli, aggiunge: «La scenografia in cui sono effettuati i tamponi all’interno del Comune è avvolta da una zona grigia»