«Comune incompetente; l’interesse al ricorso contro la realizzazione dell’impianto è superato»: è la linea difensiva del legale dell’Ente
Opporsi all’impianto di compostaggio non serve: «L’interesse è superato». E il ricorso non è compromesso: «Sono strumentalizzazioni e fantasiose notizie degli organi di stampa». Così Giuseppe Lullo, dirigente dell’avvocatura comunale, si difende dai provvedimenti disciplinari adottati ai suoi danni a Palazzo di Città. È ciò che si legge nel ricorso presentato ai giudici del Tribunale del Lavoro, firmato da Marcello Fortunato, il legale dell’avvocato dell’Ente.
Lullo si scaglia contro l’Ufficio dei procedimenti disciplinari, composto dalla segretaria generale Brunella Asfaldo e dalle dirigenti comunali Anna Pannullo e Caterina Iorio. Quell’organo, che lo aveva sospeso per tre giorni dopo aver scoperto che il ricorso comunale contro la realizzazione dell’impianto di compostaggio era stato notificato oltre il sessantesimo giorno utile e che l’istanza cautelare era stata ritirata, per Lullo è «incompetente», visto che «gli avvocati degli enti pubblici non sono assoggettati al potere disciplinare dell’ente di appartenenza, ma a quello del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati».
Lullo e Fortunato si appellano alla riforma forense, che «ha chiaramente distinto i ruoli dell’avvocato e quelli dei dirigenti». E ritengono che non ci sia stata nessuna notifica tardiva: «L’unico atto da eseguire nel termine di 60 giorni è il deposito dell’atto di costituzione in giudizio, mentre per il successivo avviso alle parti la norma non ha previsto alcun termine». Il ritiro dell’istanza cautelare? «È un adempimento processuale che rientra nell’autonomia e nell’indipendenza tecnica dell’avvocato».
All’amministrazione, che lamentava una compromissione di ogni possibilità di azione contro gli atti amministrativi riguardanti la realizzazione del controverso impianto di compostaggio nell’ex stir, Lullo ribatte che «l’istanza si può sempre riproporre» e che «non è stata pregiudicata alcuna futura iniziativa, visto che il Comune, a febbraio, ha concordato con la Regione una riduzione normativa dei limiti di emissioni ed immissioni odorigene, superando l’interesse al ricorso in esame». Il danno d’immagine lagnato dalla sindaca Cecilia Francese? «Fantasiose notizie di stampa: l’amministrazione avrebbe potuto prontamente replicare».