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Malumori nella maggioranza per le modifiche suggerite dall’assessore Bruno ad un progetto di edilizia urbana su aree dismesse, prima accolte e poi rigettate: l’ultima parola nel consiglio comunale di oggi

Un progetto della discordia, poco più di 750 metri quadri di cemento che gettano malumori nella maggioranza. Nel dettaglio si tratta dell’area situata tra l’Istituto “Fabio Besta” e la scuola elementare “Giancarlo Siani”, in cui dovrebbe sorgere un edificio residenziale. Tale questione sarà tra gli argomenti del consiglio comunale che si terrà in data odierna.

Andando per ordine, lo scorso 19 aprile la commissione consiliare permanente s’è riunita per approvare la pratica presentata da Laura Landi, moglie del consigliere comunale Pino Bovi, e da Velia Landi. In tale seduta l’assessore allo sviluppo urbano, Davide Bruno, ha suggerito una modifica al testo: «bisogna cedere gli standard urbanistici invece che monetizzare».

Infatti su 528 metri quadri pende il vincolo di destinazione ad uso pubblico, mentre per i restanti 240 è prevista la monetizzazione, ovvero il versamento al Comune di un importo alternativo alla cessione diretta delle stesse aree. La modifica dell’assessore sembrava accogliere il parere favorevole degli altri membri della commissione, salvo poi la settimana successiva rigettare la medesima modifica dopo il no del presidente del Consiglio Franco Falcone e del dirigente, lasciando così che la parola finale venga data dal consiglio comunale.

BRUNO NON FIRMA, BOVI SI SMARCA DALLE POLEMICHE

«Il fatto che l’edificio si trovi tra due scuole non è un aspetto secondario – si legge nel verbale da parte dell’assessore Bruno – e il compito delle commissioni e del consiglio comunale è proprio quello di decidere sulla distribuzione degli standard e la relativa tipologia. Quando aumenta il carico urbanistico di un quartiere, quando si insediano più abitanti in una zona, ogni intervento deve essere accompagnato da standard fruibili alla collettività».

La pratica presentata dalle sorelle Landi era nata come articolo 7 comma 5, relativo alle aree degradate. Il Comune, però, non avendo mai stilato un elenco di tali aree, aveva lasciato così che il progetto si “congelasse”. La pratica è stata successivamente presentata come articolo 7 bis, vale a dire come aree dismesse.

Infatti l’edificio situato in via Gonzaga è un’ex falegnameria abbattuta ormai ben venti anni fa. Trovandosi però tra due scuole, il “Besta” e la “Siani”, che dovrà essere abbattuta per un istituto che accolga elementari e materne, aveva spinto l’assessore Bruno ad alleggerire il traffico con più parcheggi, che i genitori potrebbero utilizzare nell’attesa che i figli escano da scuola. Bruno, al termine della riunione della commissione, ha deciso di non firmare solo questa delle tre pratiche che saranno portate all’attenzione del parlamentino, lasciando la responsabilità alla sindaca Francese.

Non entra nella polemica il consigliere Bovi, che quest’oggi, al momento della votazione, uscirà fuori dall’aula: «Quando i tempi della pratica si sono allungati – afferma – ho sollecitato il dirigente dell’ufficio tecnico. Il disastro di quest’amministrazione però è che risposte non ne dà. Ho sollecitato anche il sindaco, nel 2019, affinché venisse data una risposta. Successivamente mia moglie e la sorella hanno dovuto fare un ricorso, e il Comune ha così provveduto a rispondere, chiedendo che la pratica venisse presentata in maniera diversa».