Il nuovo piano di alienazione prevede la vendita di appena tre immobili: l’Ente di piazza Aldo Moro sceglie di blindare i suoi “gioielli”.
Il Comune di Battipaglia blinda i suoi “gioielli”. Il nuovo piano di alienazione, pronto ad essere approvato, in decisa controtendenza con il passato, prevede una rivoluzione rispetto al precedente. Fino al 2021, l’intenzione dell’amministrazione comunale era chiara: vendere i 13 beni immobili di sua proprietà per un valore totale stimato in oltre 17 milioni di euro. Un diktat che a Palazzo di Città era arrivato dalla Corte dei Conti già nel 2013, con l’allora sindaco Giovanni Santomauro, a seguito dell’adesione al piano di riequilibrio per scongiurare l’ipotesi d’un disseto finanziario. Per 9 anni il Comune ha provato a disfarsi di quei beni invano. Fatta eccezione per il chiosco di via Clarizia e per il “Pala Zauli”, tutti gli altri immobili non hanno mai fatto gola ai potenziali acquirenti. E sono rimasti lì, abbandonati e invenduti. Il Macello comunale e l’ex Tabacchificio su tutti.
Sul finire di dicembre 2021, però, lo scenario cambia: i magistrati della Corte dei Conti, pur con le dovute riserve sul futuro, pubblicano la relazione sancendo la fuoriuscita «aritmetica» dal piano di riequilibrio finanziario. E a Palazzo di Città la prospettiva in termini di alienazione dei beni cambia. Tant’è che la sindaca, si legge nella proposta deliberativa, detta precisi indirizzi per una rivisitazione generale della pianificazione. Facendo un distinguo tra i beni da assoggettare a procedure di valorizzazione da quelli che, invece, possono essere riprogrammati in semplice modalità di dismissione a fronte di una necessaria rivisitazione del valore di mercato. Sostanzialmente, come già annunciato a gennaio di quest’anno, i beni dal forte valore identitario, come l’ex Tabacchificio fatiscente di via Rosa Jemma, l’intenzione dell’amministrazione è di valorizzarli. Come? Tramite contratti di partenariato pubblico privato che consentirebbero, previo espletamento di procedure ad evidenza pubblica, di effettuare interventi di riuso, restauro, ristrutturazione, anche con l’introduzione di nuove destinazioni d’uso finalizzate allo svolgimento di attività economiche e attività di servizio per i cittadini.
Dei 13 beni messi in vendita dal Comune sino ad oggi ne sono rimasti appena tre, stando al nuovo piano di alienazione dei beni: il Macello comunale di via Spineta, che costa 1,3 milioni di euro; l’ex serbatoio di via Olevano, che vale circa 230mila euro; e i tre fabbricati di via Leopardi che, complessivamente, hanno un prezzo di circa 170mila euro. Pronti alla cessione, per adesso, solo questi immobili per un valore totale di poco più di 1,7 milioni di euro. I restanti beni, il Comune intendi valorizzarli. Certamente non prima di averli rimessi a nuovo, considerando che durante l’ultima adunanza pubblica di dicembre 2021, dinanzi alle toghe napoletane della Corte dei Conti, la delegazione guidata dalla sindaca Cecilia Francese riferì ai magistrati che i beni comunali versano tutti in un buono stato di manutenzione. Non si direbbe, a vederli. L’idea più allettante riguarda sicuramente l’ex Tabacchificio. Quattro mesi fa, la prima cittadina fece sapere che l’idea è di realizzare, lì dove un tempo la Saim tirò su i capannoni per liofilizzare e custodire il tabacco, un polo fieristico. Un’idea suggestiva, ma che necessiterebbe di due interventi a monte: rimuovere la discarica abusiva nell’ala del Tabacchificio dove ancora oggi ci piove, e assicurarsi che uno dei capannoni, da mesi adibito a parking cafone e abusivo ai piedi della sede di “Alba” e dei vigili urbani di Battipaglia, venga realmente interdetto al transito in quanto inagibile.