La querelle D’Avino–Comune e Soprintendenza, con al centro i fabbricato da 700 metri quadri della discordia, ritornerà in tribunale il 3 febbraio 2022
Sembrava concluso il contenzioso tra la signora Stella D’Avino, che aveva impugnato al Tar il diniego ricevuto dal Comune di Battipaglia per la costruzione di un fabbricato di 700 metri quadri su un’area agricola. La signora aveva avuto la meglio grazie all’applicazione del silenzio assenso dopo che la Soprintendenza dell’Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino aveva espresso il suo parere, negativo, in ritardo.
È arrivata invece ieri la notizia dalla Quarta Sezione del Consiglio di Stato che il ricorso presentato dal Comune battipagliese è stato accolto, ed adesso sarà tutto da rifare per la signora D’Avino, che dovrà tornare in tribunale insieme ai suoi legali, e a quelle delle parti dell’Ente comunale e della Soprintendenza, per discutere nuovamente di questo contenzioso. L’appuntamento è stato fissato per il 3 febbraio del 2022.
A rimettere tutto in discussione è stata proprio l’applicabilità di tale silenzio assenso, visto che il collegio aveva preso comunque atto del parere negativo esposto dalla Soprintendenza, anche se giunto in ritardo rispetto ai 45 giorni previsti, ma decise lo stesso di applicare l’articolo 17 bis della legge 241/1990 secondo il quale «le determinazioni relative ai provvedimenti, alle autorizzazioni, ai pareri, ai nulla osta e agli atti di assenso comunque denominati, adottate dopo la scadenza dei termini sono inefficaci, fermo restando quanto previsto dall’art. 21-nonies, ove ne ricorrano i presupposti e le condizioni».
Ora che sono state rimescolate le carte, la signora D’Avino e il suo fabbricato la spunteranno di nuovo al cospetto delle toghe salernitane? Il responso finale dista soltanto pochi mesi.