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Due giorni dopo l’annuncio del rischio catastrofe al Sud, il presidente della Campania Vincenzo De Luca torna a parlare. E fa un passo indietro rispetto alle allarmistiche parole di mercoledì.

«La battaglia non si vincerà a brevissimo, ma sarà vinta. Nessuno avrà una vita tranquilla. Bisogna rincorrere i problemi di ora in ora» inizia così il monologo di Vincenzo De Luca che, due giorni dopo l’annuncio del rischio catastrofe al Sud, torna sul discorso e fa un passo indietro: «Siamo pienamente solidali col lavoro del Governo ma abbiamo il dovere di dire la verità e parlare in tempo utile. Abbiamo alzato la voce per far arrivare i messaggi in maniere diretta» dice De Luca.

Poi, però, avverte: «In Italia abbiamo due emergenze: la prima è la Lombardia ed è la priorità, la seconda priorità strategica è evitare che la pandemia esploda nel Sud. E dobbiamo avere la forza per non farla esplodere nel Mezzogiorno». Insomma, sembrerebbe essere stata a tutti gli effetti una mossa politica, quella di De Luca, per richiamare l’attenzione sulle difficoltà che il Sud avrebbe in caso di emergenza simile alle regioni del Nord.

IL RETROSCENA

E il problema sembrerebbe legato alla mancanza di presidi sanitari: «Lunedì sera eravamo a un punto tale di criticità che mancavano le mascherine agli operatori del 118. Ecco perché abbiamo deciso di parlare chiaro e forte. Prima dovevano arrivare lunedì, poi martedì, ma sono arrivate mercoledì in tarda serata» prosegue il governatore.

Ma l’ex sindaco di Salerno vuole comunque mantenere alta l’asticella dell’attenzione: «Sulle mascherine chirurgiche, grazie a un accordo con un’azienda di Nola, abbiamo 1 milione di forniture. Ieri sono arrivate 71.000 mascherine P2 e P3 e 2.1000 tute, sono dotazioni che durano 8 ore negli ospedali. Spero sia l’inizio, ma abbiamo bisogno di forniture almeno ogni 3 giorni. Ci avevano garantito 621 caschi e 225 ventilatori, ad oggi abbiamo 7 ventilatori e altri 16 arriveranno lunedì».

E sulle previsioni future: «Ci aspettiamo di raggiungere, tra il 3 e il 5 aprile, una situazione piatta, vale a dire con un incremento di 80/100 contagi giornalieri, se avremo questo dato stabile, dopo una settimana inizierà una curva discendente. Quindi, oggi la corsa è ad essere pronti da qui a dieci giorni quando è previsto l’arrivo dello Tsunami».