Checché se ne dica, il consiglio comunale del 15 ottobre 2020 rimarrà nella storia della politica ebolitana. Un clima surreale, a una settimana dall’arresto del sindaco Massimo Cariello, sospeso dalla carica in attesa del processo, e al quale è subentrato il Facente Funzioni Luca Sgroia, commissario cittadino del Partito Democratico.
C’è tensione in aula, e la si percepisce subito. Qualche volto scuro. Alcuni emozionati, altri arrabbiati. Quando prende la parola Filomena Rosamilia, presidente del parlamentino in qualità di consigliere anziano, dalla sua voce traspare tutta l’emozione del caso. Formalità da assolvere per Rosamilia, che però è visibilmente provata. Prima un minuto di raccoglimento per la scomparsa di Jole Santelli (presidente della Regione Calabria), poi la convalida degli eletti. Dopodiché la parola passa a Giancarlo Presutto, che chiede di invertire il secondo punto all’ordine del giorno passando subito alla sospensione del sindaco Massimo Cariello.
Prende la parola Luca Sgroia. Un intervento equilibrato quello del sindaco Facente Funzioni, che invita a separare le questioni giudiziarie da quelle politiche, e ribadisce i valori delle aule: quella consiliare, e quelle dei tribunali. «Dai provvedimenti giudiziari sono derivate conseguenze politiche – dice Sgroia – ed è giusto che il consiglio comunale ne discuta. Abbiamo piena e incondizionata fiducia nel lavoro della magistratura che deve svolgere con serenità e fuori da influenze politiche. Massimo Cariello è innocente fino al terzo grado di giudizio e potrà dimostrare la sua estraneità ai fatti. Ora ci sono emergenze importanti, e la necessità di avviare con rapidità anche i lavori all’impianto di compostaggio».
Qualche minuto di “melina”, per usare un termine calcistico, e poi la parola passa alle opposizioni. Antonio Conte, che tra quei banchi siede da diversi anni, sottolinea la necessità di trovare soluzioni. «Il provvedimento contro Cariello – spiega Conte – è qualcosa di serio. Vuol dire che qualche problema c’è stato. Bisogna sottolineare che mai, prima d’oggi, un sindaco appena rieletto venisse arrestato. Abbiamo fatto centinaia di interrogazioni, di mozioni comunali, per poter ragionare. Oggi scopriamo che funzionari e consiglieri sono coinvolti, ecco perché sono necessarie le dimissioni del sindaco. Per non perdere tempo e non finire di aggravare la situazione». Poi, la stoccata a Sgroia: «Non è stato eletto, e non me ne voglia, ma non s’era nemmeno candidato al consiglio comunale. Le dimissioni sarebbero un atto democratico che la maggioranza deve alla città».
Carmine Busillo, altro fedelissimo di Cariello, difende il sindaco a spada tratta e poi scoppia in lacrime augurando di risolvere a meglio le vicende giudiziarie. La neoeletta Simona Naimoli, invece, ribadisce la presunzione d’innocenza e il divieto anche della presunzione di colpevolezza, sottolineando come la vicenda che riguarda Cariello «sia una cosa personale» che non deve impedire a chi è stato legittimamente eletto di andare avanti.
C’è spazio anche per Donato Santimone, il candidato a sindaco sconfitto che torna nell’aula consiliare “Bonavoglia” dopo venti anni. «All’epoca – afferma Santimone – era un giorno di festa. Oggi è un giorni di messa. Avrei potuto gioire per l’arresto di Cariello, eppure sento un peso sulle spalle enorme. Questa città sta vivendo un dramma. Questi giorni segnano la fine di una parabola politica e di una storia politica: quella di Massimo Cariello. Abbiamo avuto un sindaco che ha improntato il suo modo di agire sul rapporto personale, coinvolgendo consiglieri comunali e funzionari. Cominciamo a cambiare i dipendenti comunali, per una maggiore trasparenza. Si è chiusa una fase storica, fatelo comprendere agli ebolitani. Per questo chiediamo le dimissioni».
Intanto, nel consiglio comunale orfano del suo leader degli ultimi cinque anni, Massimo Cariello, viene scritta una pagina di storia. Filomena Rosamilia, consigliera comunale più votata con 972 preferenze lo scorso 21 settembre, viene eletta presidente dell’assise cittadina. La prima volta per una donna ad Eboli.