Il Comune di Battipaglia stringe un accordo con l’Unisa per riqualificare l’ex Tabacchificio di via Rosa Jemma. I padiglioni che un tempo ospitavano i reparti manifatturieri di tabacco oggi sono pronti per offrire nuove opportunità di lavoro.
Per recuperare l’ex Tabacchificio, il Comune fa un patto col Dipartimento di ingegneria industriale dell’università di Salerno, diretto dal professore universitario Roberto Pantani, e già protagonista di progetti di sviluppo tecnico-scientifico nell’ambito dell’industria, dell’energia e dell’ambiente. Un accordo di collaborazione che riguarderà l’ex tabacchificio “Farina” di via Rosa Jemma, i padiglioni che un tempo ospitavano i reparti manifatturieri che custodivano e liofilizzavano le foglie di tabacco. E che negli anni sono stati oggetto di numerose proposte per la riqualificazione. L’obiettivo? Creare «nuove opportunità di lavoro relative alle nuove professionalità con l’impiego dell’intelligenza artificiale per il settore agroindustriale e in generale a supporto dell’agricoltura del prossimo secolo, attraverso, ad esempio la costituzione di centri per l’alta formazione in collaborazione con le università o i centri di ricerca» si legge nella delibera partorita dalla Giunta comunale.
Un progetto che, prima d’essere avviato, necessita dell’adeguamento sismico-energetico e della messa in sicurezza dell’area, di una valutazione dell’impatto ambientale e di un piano di fattibilità circa l’impiego del fabbricato per attività di trasferimento tecnologico. L’accordo stretto tra l’Ente e il dipartimento di ingegneria dell’università di Salerno sarà a costo zero: le prestazioni saranno gratuite senza comportare alcun onere di qualsiasi natura a carico del Comune. La durata? Ventiquattro mesi. Il responsabile comunale per la progettazione del settore tecnico, l’architetto Angelo Mirra, sarà incaricato degli adempimenti e di supportare il Diin.
Il mastodontico fabbricato del quartiere Taverna è da anni in stato di abbandono e in attesa di riqualificazione. L’ex sindaco Fernando Zara, che lo comprò quand’era prima cittadino, voleva realizzarci un polo fieristico della mozzarella. Ai tempi del suo successore, Alfredo Liguori, il Comune diede vita alla società di trasformazione urbana “Battipaglia Sviluppo”. La Stu, guidata dall’ex consigliere comunale Vincenzo Inverso, ottenne un prestito regionale da 2,5 milioni di euro, ma dovette restituirli, perché i lavori non iniziarono entro i termini previsti. Il tabacchificio finì al centro d’un Pua, un piano urbanistico attuativo, che prevedeva un enorme centro congressi multimediale, con gli uffici pubblici, un polo scientifico tecnologico, il centro direzionale, i servizi per il commercio, le attività imprenditoriali private, un parcheggio interrato e nuovi assi viari sotto il livello del suolo. E addirittura un auditorium e un grattacielo di 22 piani.
Il programma, però, prevedeva l’abbattimento e la ricostruzione degli essiccatoi del tabacchificio: il Ministero dei beni culturali respinse il progetto e la Soprintendenza pose il vincolo d’interesse storico. Da anni il Comune prova a vendere il mega-tabacchificio, che ospita pure i vigili urbani e Alba: invano. Ora l’amministrazione mira al trasferimento tecnologico: agroindustria, intelligenza artificiale applicata alle produzioni agricole e alla trasformazione di prodotti alimentari, tecnologie per il riuso degli scarti alimentari, metodologie per il supporto all’internazionalizzazione della filiera agroalimentare della Piana del Sele.