Ci risiamo. A Cecilia Francese tocca ricomporre i pezzi d’una maggioranza sempre più lacerata. Il terremoto politico di ieri, scatenato dalle dimissioni di Monica Giuliano e dall’uscita di Forza Italia dalla maggioranza, hanno creato nuove tensioni all’interno dell’amministrazione comunale. Perché adesso c’è chi invoca l’uscita di Rivoluzione Cristiana per completare il quadro.
E nei prossimi mesi, i consiglieri eletti con l’ex partito di Gianfranco Rotondi giocheranno un ruolo fondamentale nello scacchiere politico degli ultimi 270 giorni d’amministrazione Francese. «Falcone ha deciso di fare il presidente del consiglio – dice Fernando Zara, referente in città di Rivoluzione Cristiana – e rimarrà al fianco di quest’amministrazione. Amendola credo che si tirerà fuori, Marino sta pensando cosa fare. La scelta di Forza Italia è comprensibile e io personalmente la seguo con interesse. Ovviamente la scelta dei consiglieri, se rimanere o meno in maggioranza, è libera ed è loro. Lo scopriremo nei prossimi consigli comunali».
Una decisione, quella presa dai forzisti, che alla sindaca appare come una mossa politica. «Se volevano passare all’opposizione – dice la Francese – potevano trovare altre motivazioni. Cappelli è candidato con De Luca così come la Giuliano si candida con Forza Italia. Piuttosto Forza Italia chiarisca come mai, da quando Tucci è coordinatore, non perde mai l’occasione di attaccare gratuitamente quest’amministrazione». E sugli attacchi di aver tradito il patto d’inizio mandato? «Non ho tradito nessun patto – conclude -. Sto dalla parte della mia città ed è per questo che interloquisco con tutti gli enti sovracomunali. Mi spiace che la Giuliano sia andata via così, senza nemmeno un chiarimento di persona. In ogni caso le auguro un buon risultato alle regionali».
Ad assistere alla conferenza stampa di Forza Italia, tra le poltrone dell’hotel Palace, c’era pure Alfonso Baldi. Che con quest’amministrazione e al fianco dei forzisti cominciò la sua esperienza, salvo prenderne le distanze due anni dopo. «Ci avevo visto lungo – dice Baldi – ed è proprio il caso di dirlo: chi di spada ferisce, di spada perisce. Quando sono uscito dalla maggioranza, più che denunciare un cambiamento di tipo ideologico, ho denunciato un metodo malsano di cui gli amici di FI sono stati prima complici e poi vittime»