Intervista al candidato a sindaco Maurizio Mirra
«La nostra forza è la squadra, con le sue competenze, entusiasmo e determinazione. Sogno una città inclusiva, dove nessuno rimanga indietro. Puntiamo a creare di nuovo il concetto di comunità»
Maurizio Mirra, ingegnere 43enne, ex assessore della giunta comunale Santomauro (per pochi mesi) e presidente di Civica Mente, scende per la prima volta in campo alle elezioni comunali battipagliesi con il sostegno di due liste civiche.
Perché ha deciso di scendere in campo come candidato a sindaco?
La mia candidatura non è frutto di una decisione personale, bensì della scelta del gruppo di amici che costituisce le associazioni Civica Mente e Le Marianne, sulla base di una valutazione oggettiva su quali dovrebbero essere le caratteristiche professionali e personali di colui che debba essere il Sindaco della nostra città. Ho accettato con entusiasmo questa proposta, ringraziando i componenti delle due associazioni per la fiducia accordatami. Ho accettato perché questo progetto rappresenta l’unica strada che può cambiare le sorti della nostra città, peggiorata negli anni a causa di una classe politica inadeguata e priva di una visione moderna di sviluppo. Come noterai, non parlo mai al singolare, ma sempre al plurale. La nostra forza è la squadra con le sue differenti competenze ed esperienze, con l’entusiasmo e la forte determinazione a realizzare il sogno di vivere in una città più bella e funzionale.
Cosa manca a questa città e cosa ha intenzione di fare per ovviare a queste carenze?
A questa città manca tanto e, in particolare, quasi tutte le cose che occorrono per una buona qualità della vita di ciascuno di noi. Per questo motivo abbiamo intitolato “Ripartiamo dall’ABC” le linee guida programmatiche che abbiamo redatto, dopo gli anni di attività associativa nonché di ascolto dei cittadini e delle associazioni di categoria. Ventuno punti, uno per ciascuna lettera dell’alfabeto, che sintetizzano la nostra visione della città. Il mio sogno è una città inclusiva, dove nessuno rimanga indietro. Una città a misura di famiglia, dove non sia necessario rinchiudersi in un centro commerciale o scappare verso un’altra città per poter vivere qualche momento spensierato con i propri cari.
Si parla di Puc dal 1978, ma nessuno mai è riuscito ancora ridarne uno nuovo alla città. Uno strumento che consentirebbe di restituire dignità e di guardare allo sviluppo con più certezze. Sarà la volta buona?
La mancata redazione del PUC è sintomo di una classe politica con un approccio clientelare e privo di una volontà di cambiamento. L’assenza di uno strumento urbanistico crea una zona grigia all’interno della quale ogni cosa diventa possibile. E lo stiamo vedendo in questi ultimi anni, con palazzi che spuntano come funghi in una città che si sta spopolando e dove mancano i più elementari standard urbanistici. Mancano aree verdi, strutture pubbliche, reti fognarie adeguate. Tutto ciò ha creato la mancanza di vivibilità che viviamo tutti i giorni, che ho accennato prima.
Ambiente e cultura: quanto ha a cuore questi due argomenti e cosa intende fare a riguardo?
L’ambiente è stato sempre una priorità delle associazioni che hanno fatto nascere questo progetto: Civica Mente e Le Marianne hanno partecipato alle lotte ambientali di questi anni, quando gli attuali attori della campagna elettorale erano assenti. Il tema è complesso e ne discuteremo in una specifica conferenza programmatica. Ma, in sintesi, desideriamo aumentare il patrimonio verde, lottare per la bonifica delle discariche, organizzare in maniera efficiente e sostenibile il ciclo dei rifiuti, anche per ridurre il carico economico sulle famiglie.
La prima cosa che farebbe se dovesse venire eletto?
Il nostro sogno è creare di nuovo il concetto di comunità, fare in modo che tutti i battipagliesi partecipino alla rinascita della città. Per questo, uno dei primi atti sarà la rinascita degli organismi di partecipazione. Inoltre, individueremo le giuste potenzialità e competenze presenti nella macchina comunale, per formarle e valorizzarle al fine di modernizzare e digitalizzare le procedure e di mettere in campo progetti adatti alle richieste di finanziamento necessarie a permetterne la realizzazione. Al centro di tutto questo ci saranno i cittadini e i loro bisogni. Non cattedrali nel deserto o mega progetti, ma tutti quegli interventi necessari a migliorare la vita di tutti i giorni.
Qual è l’avversario che teme di più?
Non nutriamo particolari timori. A differenza degli altri candidati, che corrono per gruppi di interesse giocandosi la partita della vita e saranno obbligati a rispondere a questi, i nostri soli interlocutori sono i battipagliesi. Se riusciremo a trasmettere la nostra sincera volontà di cambiamento, avremo avuto successo.
In ottica ballottaggio ha già pensato a qualche alleanza?
Non vediamo un candidato che si discosti dai vecchi metodi di creazione del consenso, non vediamo una volontà vera di cambiamento, non vediamo una visione moderna del futuro della città. Non fermiamoci solo ai candidati a Sindaco, ma anche di tutti coloro presenti nelle loro liste. Troveremo quasi tutti quelli che, negli ultimi 30 anni, hanno calcato lo scenario politico, passando da destra a sinistra, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Lanci un breve appello ai cittadini.
C’è bisogno di coraggio, di cambiare radicalmente se non vogliamo che i nostri figli ed i nostri nipoti siano costretti ancora ad emigrare per realizzarsi. Per questo chiediamo la fiducia dei battipagliesi: siamo quella generazione che è cresciuta nel momento di massimo sviluppo di Battipaglia ma che ora, più di tutte, sta pagando le scelte scellerate della nostra classe politica. Abbiamo scelto di partecipare a questa competizione elettorale perché non vediamo un’alternativa. Noi ci poniamo come vera ed unica alternativa nello scenario desolante di questa campagna elettorale.