«Collega della polizia municipale offesa durante un comizio». La candidata al consiglio comunale Stefania Greco attacca il candidato a sindaco Brunello Di Cunzolo, che risponde: «Realtà strumentalizzata e distorta»
Scontro a distanza tra il candidato a sindaco Brunello Di Cunzolo e la candidata al consiglio comunale, con Ugo Tozzi, Stefania Greco. Al centro della disputa alcune dichiarazioni del candidato, pronunciate nel corso di un suo comizio in piazza Amendola, nei confronti di un membro della polizia municipale di Battipaglia, giudicate offensive dalla candidata al consiglio comunale.
Attraverso una nota, Stefania Greco aveva tenuto ad «esprimere tutta la mia solidarietà alla collega della polizia municipale di Battipaglia offesa e messa pubblicamente alla berlina durante un comizio, rea di aver svolto diligentemente il suo dovere accompagnando il sindaco in carica in uno dei suoi spostamenti istituzionali, però colpevole, a dire del candidato, solo perché moglie di un candidato a lui opposto e portatrice di alcune prescrizioni mediche».
Ponendo poi alcune questioni: «Come fa questo candidato sindaco a conoscere la scheda personale e medica di ogni agente? Come si permette di sindacare su prescrizioni che solo il medico del lavoro può stabilire? È forse un medico? Ha visitato la collega? Stabilisce lui cosa può fare e quali mansioni avere? Ma il rispetto della privacy dove è finito? Speriamo che questo teatrino finisca presto e che questi personaggi se ne tornino a casa».
DI CUNZOLO RISPONDE A GRECO
Interrogato sulla vicenda, Di Cunzolo ha risposto: «Stefania Greco è da tempo abituata a trasfigurare quanto affermo. Chi vuole può apprendere dal comizio registrato e in rete quanto ho avuto modo di affermare. La propaganda utilizzata anche dalla Greco è profittevole per distrarre gli elettori dal tema trattato. L’argomento è chiaro».
Il candidato a sindaco prosegue: «La politica della Francese si basa su un uso smodato e contro legge del potere. Se è vero che ha usato il Municipio, i dipendenti e le attrezzature pubbliche per espletare gli adempimenti inerenti la sottoscrizione delle candidature nelle proprie liste è un reato. Se la Francese adotta privilegi per taluni e ostacoli per altri all’interno del sistema burocratico comunale, autorizzando disparità di trattamento e mobbing è un reato. Se pratica clientelismo è un reato. Se lo fa, poi, per vantaggi diretti ad attrarre candidati è soprattutto moralmente deprecabile. Se evita confronti e risposte e distrae l’attenzione col vittimismo rivela la propria natura».
In ultimo Di Cunzolo sottolinea: «Non accettiamo l’omologazione e soprattutto denunciamo le modalità utilizzate da chi fa dell’ipocrisia, delle apparenze, della retorica, e delle continue menzogne, il proprio stile di vita; di quanti, seppure apparentemente schierati in formazioni alternative, intendono stravolgere, strumentalizzare e distorcere la realtà».