Rossella Speranza presenta un’interrogazione all’amministrazione comunale per l’affidamento della spiaggia per i disabili (PitBat3).
La vicenda della spiaggia per i disabili (PitBat3) s’infittisce ancor di più. Già oggetto di scontro nei mesi scorsi tra la consigliera Rossella Speranza, la presidente della consulta Anna Bruno e l’amministrazione comunale, il progetto “Mare da… amare” torna a far discutere.
Inizialmente, la spiaggia fu affidata alla cooperativa “Il Cantico” di Emanuele Scifo che, successivamente, chiese un parere all’amministrazione comunale sulle condizioni della spiaggia e sulle attrezzature messe a disposizione dal Comune. Un parere che, a distanza di due settimane, non arrivò mai. Motivo per il quale Scifo, con lettera protocollata all’Ente, rifiutò la gestione del PitBat3 a causa delle condizioni non idonee ad accogliere in sicurezza le persone
Oggi, stando a quanto si legge in una determina dirigenziale del 12 agosto a firma dell’ingegnere Carmine Salerno, la gestione del Pit è stata affidata all’associazione sportiva dilettantistica, con sede a Battipaglia, “Deca Sport per Tutti” per la cifra di 2.500 euro.
La presidente della Consulta, Anna Bruno, e la consigliera di Fratelli d’Italia, Rossella Speranza, però, in questa vicenda vogliono vederci chiaro. Oltre al notevole ritardo nel far decollare il progetto, sono diversi gli aspetti che hanno spinto Speranza a presentare un’interrogazione: la mancanza delle dovute attrezzature sulla spiaggia per i disabili (come la sedia Job ad esempio), i dubbi sui requisiti e le qualifiche necessari degli operatori, la gestione del parcheggio, la presenza sul posto dell’associazione San Filippo Neri (della quale non si fa menzione nel bando). Sono queste alcune delle domande alle quali la Speranza ha chiesto risposta scritta e orale supportata dalla documentazione relativa.
SPERANZA E BRUNO: “DISABILI ABBANDONATI”
«Ciò che più ci lascia perplessi è la “tempistica”, sia quella dell’apertura di questo servizio (nonostante la consulta da Ottobre 2018 chiedesse di lavorare al progetto, l’amministrazione si è mossa solo a fine giugno, rendendo il Pit di fatto operativo il 14 Agosto) sia l’arco temporale in cui quest’amministrazione prevede che un disabile possa andare a mare, ovvero dalle 09.30 alle 12.30, discriminando di fatto tutti coloro che seppur portatori di disabilità vogliano passare una normale ed intera giornata a mare come tutti» si legge in un comunicato del partito cittadino di Fratelli d’Italia.
E la Speranza aggiunge: «Ho presentato un’interrogazione per capire come sono state gestiti l’iter amministrativo e le attività sul Pit». Qualche giorno dopo l’avvio delle attività, anche la presidente della Consulta per i disabili, Anna Bruno, si è sfogata con un post pubblicato su Facebook.
«Stamattina mi sono recata sulla spiaggia accessibile ai disabili dove avete pubblicizzato accoglienza, accompagnamento e trasporto con pulmino: di tutto questo non c’era ombra. All’ingresso, nonostante avessi il cartellino disabili ben esposto, ho dovuto pagare 2.50 euro. Il parcheggio adibito ai disabili vicino alla piattaforma era occupato da macchine sprovviste di cartellino, di conseguenza ho dovuto parcheggiare distante. La piattaforma si trova in uno stato di incuria e camminare con la sedia è problematico, nonché rischioso. Nel percorrere con difficoltà la piattaforma non ho visto nessun personale adibito all’accoglienza provvedervi e tra l’altro mi chiedo: accoglienza per cosa, se devo portarmi ombrellone e sedia da casa?» scrive la presidente.
Che poi conclude lo sfogo così: «Poi non c’era il bagnino né personale qualificato ad accompagnarmi in acqua, non vi era neanche la sedia job. Nell’avvicinarmi ai bagnanti che ho conosciuto l’anno scorso ho visto due ragazzi (presumo di nazionalità indiana) che stavano seduti sulla finestra della casetta, se sono coloro che devono accogliere sappiate che nessuno si è avvicinato a me né tanto meno hanno chiesto se avessi bisogno di aiuto, nonostante la mia condizione di disabile sia evidente. Alle 12 i due ragazzi hanno arrotolato la passerella e portandola al Virgin. Inoltre i bagni erano chiusi a chiave quindi è stato impossibile da utilizzare. Smettetela di dire che avete fatto una spiaggia libera con assistenza a persone con disabilità, perché avete fatto soltanto uno scempio, un casino utile a chi ancora non si sa, di sicuro non a persone con disabilità».