La tanto attesa conferenza stampa sulla questione TARI si è svolta questa mattina al Comune di Battipaglia. Dietro l’aumento della tariffa, che ha suscitato forti polemiche, ci sarebbero ragioni legate all’enorme massa debitoria della società Alba, l’aumento del costo dello smaltimento dell’indifferenziato e la perdita di appetibilità di rifiuti dai quali il Comune aveva sempre ricavato denaro.
“Noi dovremo puntare a ridurre le tasse comunali legate ai servizi a partire da quelle dei rifiuti perché quello si può fare“. Lo promise in campagna elettorale l’attuale sindaco di Battipaglia Cecilia Francese. Da allora sono passati quasi tre anni, e di cose ne sono cambiate. Probabilmente la Francese aveva sottovalutato ciò che rappresenta il filone più complicato, e pieno di incognite, in Campania: quello dei rifiuti.
LE RAGIONI DELL’AUMENTO
Dunque, ecco che arriva l’ennesima stangata per i cittadini battipagliesi: l’aumento della tassa sui rifiuti. E anche se non viene citata nelle ragioni esposte dal sindaco in conferenza stampa, sarebbe il caso di ribadire che l’aumento è dovuto innanzitutto a una cattiva gestione del sistema di smaltimento dei rifiuti tra Battipaglia ed Eboli. Secondo l’amministrazione, però, sono tre le motivazioni legate all’aumento della tariffa: la necessità di risanare l’enorme massa debitoria della società Alba ereditata tra il 2003 e il 2013; l’aumento del costo dello smaltimento del secco indifferenziato presso lo Stir e la perdita di appetibilità di alcune frazioni del rifiuto solido urbano provenienti dalla raccolta differenziata per la quale il Comune, rispetto al passato, non ricava più nulla.
“Bisogna che troviate il coraggio di dire che dovevamo far fallire Alba, determinando altri disoccupati” ha esclamato la Francese in conferenza stampa provandosi a difendere dalle accuse mosse nei confronti dell’Amministrazione rea, secondo parte dei cittadini e dei commercianti (e di qualche politico), di non aver evitato che la TARI aumentasse.
“Nel 2017 aderimmo a una rottamazione, avremmo dovuto pagare 3,8 milioni di euro invece che 5. Un utile di oltre un milione che sarebbe servito a ridurre la Tari. 2,6 milioni, però, non vennero contabilizzati e ci siamo ritrovati in passivo” spiega la Francese che poi prosegue: “Per la prima volta abbiamo avuto il coraggio di mettere le mani nella melma”. Non è mancata la stoccata all’ex assessore Giuseppe Provenza: “Nel 2017 c’era qualcuno al mio fianco che sapeva benissimo di questi conti. Troppo facile scrivere su una tastiera dietro i social“.
I DUBBI
I rifiuti sono spesso una miniera d’oro che i Comuni dimenticano perché, attraverso un sistema di gestione efficiente, potrebbero generare degli introiti per le casse comunali. Come Ente paghiamo l’indifferenziato e l’organico, ma dovremmo guadagnare dallo smaltimento dei restanti rifiuti che invece, nel nostro caso, vengono “regalati” alle aziende private tramite aste al ribasso producendo un guadagno prossimo allo zero. “Abbiamo percepito fino a 100 euro per tonnellata, ora invece siamo a 0. E appena finito il contratto ci siamo allineati a un mercato che non richiede più questo tipo di rifiuti” spiega l’ingegnere Carmine Salerno, dirigente del settore urbanistica.
La conferenza stampa sulla TARI è stata l’occasione per parlare anche di Fonderie Pisano e del fattore di pressione. Nonostante i chiacchiericci degli ultimi giorni, la sindaca ha voluto rassicurare tutti esclamando fermamente che “non c’è stato alcun tipo di contatto con la famiglia Pisano. Abbiamo incontrato l’advisor di Confindustria che dovrà trovare un imprenditore del settore per la Treofan, ma se nella loro mente ci fosse l’ipotesi di sostituirla con l’insediamento delle Fonderie trovano un muro chiuso almeno fino a quando sarò io ad amministrare“.
La conferenza stampa si è chiusa con una promessa della Francese: “Risaneremo i conti di Alba nel 2019. Così facendo la riduzione della TARI, nel 2020, sarà una previsione molto realistica. Installeremo delle micro-isole ecologiche sulla litoranea e nelle periferie avviando uno specifico progetto per la videosorveglianza delle zone isolate in modo da contrastare il fenomeno della proliferazione delle micro discariche“.