La Soprintendenza s’esprime in ritardo e la ricorrente vince al Tar. Secondo i giudici di Largo San Tommaso il parere negativo, espresso fuori dai tempi stabiliti, è equivalso a un silenzio assenso. Stella D’Avino, rappresentata e difesa dall’avvocato Ferdinando Belmonte, batte al Tar il Comune di Battipaglia e la Soprintendenza dell’Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino, difesi rispettivamente dal legale Sabato Criscuolo e dell’avvocatura distrettuale di Salerno. Il fabbricato rurale di 581 metri cubi, su area agricola, potrà essere tirato su. È quanto ha deciso Nicola Durante, presidente ed estensore, ieri mattina nella camera di consiglio della seconda sezione staccata di Salerno del Tar Campania.
Una vicenda singolare, che ha spinto la ricorrente ad impugnare il diniego di autorizzazione paesaggistica adottato dal Comune di Battipaglia lo scorso 19 gennaio con cui la Soprintendenza aveva espresso parere negativo. Troppo tardi, evidentemente, secondo le toghe di Largo San Tommaso. Il punto centrale della vicenda, infatti, ha sostanzialmente riguardato l’applicabilità o meno del silenzio assenso. Secondo la legge, il soprintendente deve rendere il parere entro 45 giorni dalla ricezione degli atti. L’intoppo, però, sembrerebbe riguardare una recente sentenza del Consiglio di Stato del 29 marzo scorso che si è espressa contrariamente a questa tesi. Un quadro di variegati orientamenti giurisprudenziali che però non ha fatto desistere i magistrati salernitani.
Il collegio, infatti, pur non ignorandoli – si legge nella sentenza del Tar – ha alla fine opinato per l’operatività dell’articolo 17 bis della legge 241/1990 secondo il quale «le determinazioni relative ai provvedimenti, alle autorizzazioni, ai pareri, ai nulla osta e agli atti di assenso comunque denominati, adottate dopo la scadenza dei termini sono inefficaci, fermo restando quanto previsto dall’art. 21-nonies, ove ne ricorrano i presupposti e le condizioni». Per questi motivi, ieri mattina, i giudici del Tar si sono pronunciati definitivamente e favorevolmente accogliendo il ricorso presentato dalla signora D’Avino, annullando gli effetti del diniego di autorizzazione paesaggistica. Una pronunciazione che, secondo alcuni, si inserirebbe nell’eterna “guerra” tra il Tar e il Consiglio di Stato, spesso e volentieri discordanti. Curioso, inoltre, a riguardo, il commento dell’avvocato difensore Ferdinando Belmonte che pur avendo vinto la causa afferma: «La sentenza, già notificata, è grave perché il TAR Salerno – commenta il legale – consapevolmente si discosta dalla giurisprudenza di appello. Per cui preferisco non rilasciare commento, se non dopo l’eventuale passaggio in giudicato».