L’alloggio fu confiscato al marito, imprenditore di Pontecagnano. Anni dopo la moglie lo ha occupato abusivamente, e adesso il Comune ha ordinato lo sgombero.
Viveva abusivamente nel bene confiscato all’ex marito: adesso il Comune ordina lo sgombero. Protagonista della vicenda una donna, ex moglie di un noto imprenditore di Pontecagnano al quale nel 2003 i carabinieri del comando provinciale confiscarono un hotel sul lungomare salernitano, un appartamento di 160 metri quadrati a Battipaglia, sei cavalli da corsa utilizzato per competizioni agonistiche e un’automobile di lusso per un valore complessivo che s’aggira intorno al milione e mezzo di euro, e che vent’anni fa s’era dato alla latitanza prima di essere catturato e condannato ad oltre 12 anni di reclusione. All’appartamento in questione, situato in via Sepe, nel cuore del rione Stella di Battipaglia, negli anni è toccato lo stesso destino della maggior parte dei beni confiscati sul territorio: abbandonato a sé stesso in attesa di essere restituito alla collettività o di essere riutilizzato tramite qualche attività con finalità sociale.
INTERVENGONO I SERVIZI SOCIALI DI PONTECAGNANO
Eppure quell’appartamento lì è stata da sempre l’abitazione della donna e dei suoi tre figli, fino allo sfratto avvenuto in seguito alla confisca. Per qualche mese i quattro si trasferirono in una baracca messa a disposizione dal fratello della signora: un ambiente invivibile e problematico per quattro anime, al punto tale da spingere l’interno nucleo familiare a tornare di nuovo in via Sepe, nonostante l’appartamento non fosse più di loro proprietà. L’anno scorso, in piena emergenza pandemica, l’Ente di piazza Aldo Moro ha ordinato lo sgombero. E la donna s’è rivolta ai servizi sociali di Pontecagnano per cercare un alloggio o un aiuto economico per sostenere le spese del fitto, e rifiutando categoricamente la proposta fatta dal Comune picentino: la collocazione presso una struttura socio-assistenziale. Alla base del rifiuto, non solo la paura di sfasciare la famiglia, ma anche la particolare condizione di salute di uno dei tre figli costretto a delle cure fuori regione e ospitato, da diversi anni, ogni volta al suo rientro.
Ad aprile del 2021, l’ex moglie dell’imprenditore salernitano ha chiesto una proroga sino al termine dell’emergenza pandemica. Una richiesta accolta in attesa di capire se sul versante lavorativo potesse sbloccarsi qualcosa. Adesso, però, i tempi sono scaduti. E la famiglia dovrà lasciare lo stabile. In via Sepe ancora tutto tace, ma dagli uffici comunali di piazza Aldo Moro è stato lasciato intendere che già nei prossimi giorni le forze di polizia sono pronte ad intervenire per eseguire lo sgombero forzato: la donna non sembrerebbe ancora intenzionata ad abbandonare la sua ex casa.