Otto mesi di silenzio sui beni di via Marconi, nel cuore del rione Taverna, confiscati all’imprenditore Antonio Campione. I beni “dimenticati” dal Comune di Battipaglia.
Otto mesi di silenzio. Dal 23 febbraio, quando l’agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, con un decreto di destinazione, assegnò quattro negozi ed un appartamento situati a via Marconi, nel cuore del rione Taverna, sono trascorsi otto lunghi mesi di silenzio. Senza che il Comune di Battipaglia muovesse un dito. I beni, tolti definitivamente ad Antonio Campione, imprenditore battipagliese ritenuto dai giudici vicino al clan Maiale, furono sequestrati nel 2013 a seguito d’una sentenza della Corte di Cassazione.
«Il coadiutore della procedura – si leggeva nella nota trasmessa da Daniela Lombardi , dirigente dell’Anbsc – è formalmente invitato a procedere, per conto dell’Agenzia nazionale, alle formali operazioni di consegna dei cespiti, le quali dovranno avvenire entro e non oltre 30 giorni». Ne sono passati 230. E a via Marconi non s’è mossa una foglia. Nonostante il decreto fosse sulla scrivania. Adolfo Bittarelli, coadiutore dell’Anbsc presso la Prefettura di Salerno contattò i tecnici del Comune chiedendo come agire per la consegna ufficiale delle chiavi. Il 25 marzo, la nota indirizzata a Bittarelli, partita dall’ufficio Tecnico diretto da Carmine Salerno, parla chiaro: i tempi vanno posticipati a causa dell’emergenza Covid.
Da quel momento in poi, il silenzio. E la campagna elettorale, che ha distratto tutti dal da farsi. Non sono bastati nemmeno i 12 consigli comunali, convocati dal 23 febbraio ad oggi, per deliberare nonostante la bozza, fanno sapere da Palazzo di Città, fosse pronta tempo. 400mila euro: è il valore totale degli immobili di via Marconi, che nel 2018, furono oggetto pure d’una delibera di Giunta da parte dell’amministrazione guidata da Cecilia Francese. Che chiese all’agenzia nazionale la destinazione dei bei per finalità sociali, e per risolvere i problemi alloggiativi e le emergenze abitative. Niente da fare: per i beni confiscati, a Battipaglia, il tempo scorre inesorabile senza che si muova una foglia.