Battipaglia si candida al bando “Sport e Periferie 2020”, indetto dal Ministero dello Sport e teso a finanziare la ristrutturazione degli impianti sportivi, per la riqualificazione dello stadio “Sant’Anna” dell’omonimo rione periferico della città. Un progetto di restyling da 1 milione di euro: 70% dalle casse statali, e 30% dal bilancio comunale.
Lo stadio Sant’Anna potrebbe cambiare volto. La storica struttura situata nell’omonimo quartiere periferico, teatro, per un tempo, delle partite casalinghe della Battipagliese, e stadio che ancora oggi ospita le partite delle categorie dilettantistiche, potrebbe finalmente essere riqualificato. Via le barriere architettoniche, rifacimento del manto erboso, spalti e spogliatoi nuovi. E, soprattutto, l’omologazione per le partite di serie D. È questo l’ambizioso progetto del Comune di Battipaglia che, lo scorso 27 ottobre, con una determina che porta la firma dell’ingegnere Carmine Salerno, dirigente dell’ufficio tecnico, ha autorizzato una perizia geologica per la ristrutturazione dello stadio.
Sarà affidata al geologo di Montoro, Francesco Torello, per un totale di circa 1.500 euro. Un affidamento diretto resosi necessario vista l’imminente scadenza – fissata al 30 ottobre 2020 – del bando “Sport e Periferie 2020” con il quale il Ministero dello Sport intende finanziare, per un totale di 140 milioni di euro, tutti gli impianti sportivi fatiscenti o non adeguati in Italia. Una proroga, dal 30 settembre al 30 ottobre, dovuta all’emergenza da Covid-19, che ha permesso alla città di Battipaglia di candidarsi.
E i costi? 1 milione di euro di cui «Il 70% a carico dello Stato, se dovesse essere ammesso al finanziamento, e il 30% a carico del Comune» dice l’assessore ai lavori pubblici Pietro Cerullo. E sull’approvazione? «Siamo fiduciosi – prosegue Cerullo – perché c’è stata anche l’approvazione preventiva del Coni sul progetto. L’idea è di un rifacimento totale per omologare il campo anche alle partite di serie D. Vogliamo metterlo a norma ed eliminare le barriere architettoniche».