L’emergenza sanitaria che stiamo affrontando in questo periodo fa emergere tutta la drammaticità delle difficoltà che tanti nostri concittadini stanno affrontando in queste settimane. Momenti di profonda sofferenza ai quali, però, si affiancano molteplici storie di solidarietà da parte di associazioni o gruppi di persone che ci restituiscono l’immagine di una città caratterizzata da un forte senso di comunità di cui forse, fino a ieri, era inconsapevole.
Una caratteristica che conferma come la nostra città sia un contesto in cui le istituzioni e la società civile, insieme, possono riuscire a mobilitare un territorio e raggiungere insieme rilevanti traguardi. Tra le realtà attive in questo senso vi sono anche molte associazioni di battipagliesi di origine straniera, che si sono prodigate sia in servizi di informazione, che di volontariato e raccolte di fondi. Particolarmente rilevante è l’impegno di diversi luoghi di culto della città che non sono restati immuni a quel contagio della solidarietà tanto auspicato dal Presidente Sergio Mattarella.
Nessuno prega in questo periodo e, in osservanza delle direttive nazionali e locali, i
luoghi di culto restano chiusi. Porte serrate al Tempio Sikh e al Centro Islamico di Battipaglia, ciononostante la comunità restano vigili, come quella Sikh che ha offerto
una esemplare lezione di fratellanza, donando una somma importante all’ospedale e alla protezione civile di Battipaglia. “In tanti hanno partecipato, ognuno secondo le proprie disponibilità ma tutti ugualmente mettendoci il cuore, per fare qualcosa di buono per la città che ci ha accolto e che ora è la città natale dei nostri figli. Preghiamo, che tutto il mondo possa uscire presto da questa situazione difficile” queste le parole di Salinder Singh, presidente del Gurdwara Sanghat Sabah.
In sintonia con tale spirito e con la volontà di esprimere gratitudine alle istituzioni, al
personale medico, ai volontari di Battipaglia, anche la Moschea di via Benevento ha
contribuito inizialmente alla raccolta fondi promossa dall’Unione delle comunità islamiche italiane in favore della Protezione Civile nazionale. Successivamente, ha dapprima accolto l’invito dell’Avis, facendo registrare una numerosa e costante presenza presso l’U.O. trasfusionale dell’ospedale di Eboli e inoltre, proprio in questi giorni, ha avviato una raccolta fondi coinvolgendo i negozi etnici tra Battipaglia e Bellizzi che, oltre ad aver già donato generi alimentari alla “Spesa solidale”, hanno predisposto dei salvadanai all’interno dei locali commerciali autorizzati per raccogliere le offerte di chi volesse unirsi a questo gesto di partecipazione comunitaria da destinare ai medici e ai volontari della città.
“Chi non ringrazia la gente, non ringrazia Dio disse il Profeta Muhammad, è quindi doveroso partecipare per noi musulmani – ci dice Mohamed Hedi Khadhraoui, presidente della Moschea di Battipaglia, che si trova in Tunisia e che abbiamo raggiunto telefonicamente – in quanto la nostra fede ci esorta e ci invita ad essere cittadini utili alla comunità a cui si appartiene”. Come già emerso, anche la comunità cinese si è sin da subito attivata per
sostenere la città con un suo contributo, donando centinaia di mascherine, proprio
durante quella prima fase dell’emergenza sanitaria, quando tali dispositivi erano
pressoché introvabili.
Nonostante nelle ultime settimane il virus si stia diffondendo anche nei paesi di
origine, le donazioni di generi alimentari non hanno avuto difficoltà a varcare confini
e a dimostrare che il senso di apparenza non conosce distanze. È questo il caso
della famiglia Grewal Singh di Battipaglia, che meno di 10 giorni fa è riuscita a
consegnare attrezzature sanitarie e generi alimentari nel piccolo villaggio di Lalouri
Khurd, nel Punjab indiano, dove l’estrema povertà sembra voler negare ai
più vulnerabili e agli ultimi, anche la speranza di credere che “andrà tutto bene”.
In questo panorama dove i numeri sui contagi, sui decessi, sulle criticità economiche che ci troveremo ad affrontare, sulle incognite del futuro prossimo rischiano di sopraffarci, è importante condividere anche gli sforzi e l’impegno di chi ogni giorno sottotraccia, anche a discapito di sforzi personali ed economici notevoli, lancia un messaggio di appartenenza e impegno verso la propria comunità.
Si tratta di una prova di cittadinanza che va oltre qualsiasi pezzo di carta e che
deve tenere conto di come e quanto queste persone oggi siano impegnate anche
a sostenere le famiglie di origine nei rispettivi paesi. Siamo tutti sulla stessa barca e Battipaglia, come tante altre città d’Italia, l’ha dimostrato superando frontiere etniche, religiose e nazionali: un patrimonio umano da non disperdere, un punto fermo da cui ripartire quando l’emergenza sarà passata per far germogliare il seme di una nuova comunità consapevole e orgogliosa della ricchezza della sua pluralità.