La giocatrice Alyssa Lawrence lascia l’Italia per motivi di sicurezza a causa del Coronavirus
Arriva il commento sull’intera questione del patron della PB63 Giancarlo Rossini
Altra doccia fredda, l’ennesima per la PB63, in una stagione ricca di problemi, addii e difficoltà nella classifica del campionato di basket A1 Femminile. Adesso è la giocatrice americana Alyssa Lawrence, ingaggiata appena due settimane fa nella O.ME.P.S. Givova Battipaglia, a fare le valigie. La ragione della dipartita dalla squadra sarebbe il Coronavirus, di cui la ragazza sarebbe stata troppo spaventata per proseguire la sua esperienza in Italia.
Lo stesso Coronavirus ha bloccato l’intero campionato di A1 femminile, onde evitare possibili contagi nelle varie trasferte. Non è tardato ad arrivare il commento a proposito del patron della PB63, Giancarlo Rossini: «La questione principale, al momento, non è fare il punto sul Coronavirus e sui campionati. Il problema viene prima ed è capire come affrontare una questione molto seria. Io, in tutta onestà, non me la sento di prendermi la responsabilità di portare le ragazze a giocare a Torino e a Milano, quando sento che dei passeggeri di un pullman giunto a Battipaglia di ritorno da Venezia vengono messi in quarantena. Capisco che la situazione è molto complicata e che difficilmente si risolverà in tempi brevi. Inoltre, penso: e se di ritorno dalle suddette trasferte mettono in quarantena le nostre giocatrici, che facciamo?».
Su Alyssa Lawrence Rossini dice: «Dopo appena 2 settimane di permanenza qui a Battipaglia, piangendo, la ragazza ci ha chiesto di tornare a casa perché aveva paura del Coronavirus. Noi, ovviamente, preso atto della sua richiesta, non ci siamo opposti. Pertanto lei, la notte scorsa, è tornata a casa e noi, ora, ci troviamo di nuovo con una giocatrice straniera in meno. A tal proposito, pur comprendendo la preoccupazione della Lawrence, mi chiedo cosa accadrebbe se, a partire da domani, tutte le straniere che stanno disputando il massimo campionato decidessero di fare altrettanto lasciando le rispettive squadre. Quello che so è che la sua partenza rappresenta per noi un danno enorme che ci impedisce di giocarci le residue speranze di salvezza nella maniera che speravamo».
A1 e Coronavirus, Rossini: «Bloccare tutto sarebbe la cosa più giusta»
Il patron della PB63 è del parere di bloccare l’intero campionato, anche a tutela delle altre squadre del campionato, che potrebbero ritrovarsi a giocare a pochi chilometri da casi di contagio: «Se una delle mie giocatrici contrae il Coronavirus che succede? La responsabilità di chi è? I genitori a chi danno la responsabilità? Come lo proseguiamo il campionato? E se le autorità locali preposte dovessero disporre, per motivi precauzionali, la quarantena per le nostre giocatrici di ritorno da Torino o Milano, noi come lo continuiamo il campionato? E ancora: se una mia giocatrice o una persona del mio staff dovesse trasmettere il Coronavirus ad una giocatrice o ad un componente lo staff di un’altra squadra che succede? E se accade l’inverso, ossia che una giocatrice o un componente lo staff di un’altra squadra trasmette il Coronavirus ad una mia giocatrice che succede? Queste sono le domande che vorrei rivolgere alla Lega e a tutti quanti».
Rossini conclude così: «Se, poi, mi dicessero: finiamo qua il campionato e Battipaglia, ultima in classifica, retrocede sarei anche d’accordo, ma non si può continuare in questo modo e in queste condizioni non sapendo se le tue giocatrici o persone dello staff, al rientro da una trasferta, dovranno essere messe in quarantena o meno. Mi sembra una cosa folle. Anche perché ulteriori rinvii allungherebbero i tempi di chiusura del campionato a dismisura creando problematiche legate alla gestione ed alla permanenza delle giocatrici straniere ed agli incastri con i calendari e i vari eventi programmati».